Sostenibilità ambientale con il linguaggio dell’arte

ESTE. Este saluta oggi la mostra “Impatto 2.0”, evento internazionale di arte contemporanea. Per celebrare il ventennale della propria attività, Sesa – con la supervisione di Lisa Celeghin e Ilara Magni – ha voluto offrire alla città una mostra di respiro internazionale, capace di sviluppare in maniera alternativa i temi dell’innovazione e della sostenibilità ambientale. Etica ed estetica trovano piena espressione nell’opera clou, il riccio (in portoghese “Ourico”) realizzato da Bordalo II, pioniere della “eco street-art”, nell’ex deposito corriere di via San Girolamo. L’installazione rimarrà peraltro in dono alla città: l’artista stima che per almeno sei anni il simpatico animaletto riciclato dovrebbe resistere all’usura del tempo. L’ex deposito è solo una delle quattro tappe della mostra, che è itinerante per la città. Al Museo atestino è offerto un suggestivo dialogo tra i reperti archeologici dei veneti antichi e pezzi pregiati dell’arte del Novecento. Qui si trovano opere di artisti che hanno segnato la storia dell’arte in Europa attraverso l’impiego di materiali poveri, di scarto e di uso quotidiano: Arman, Lapo Binazzi, César, Gérard Deschamps, Giuseppe Chiari, Mario Schifano, Daniel Spoerri, Wolf Vostell e Yoko Ono, la compagna di vita di John Lennon. All’ex Pescheria Vecchia il tema delle esposizioni è “L’ambiente e l’uomo”, con dodici artisti che testimoniano la relazione tra uomo e natura. Ultima tappa di “Impatto 2.0” è quella dell’ex chiesa di San Rocco: qui vige un linguaggio più ironico e trash, con opere come “S-Concordia”, divano realizzato da Vittorio Lapolla utilizzando le corda d’attracco della nave Concordia, o l’uomo tecnologico senza titolo di Dario Tironi, creato con spazzatura tecnologica, simbolo dell’intera mostra. Ex Pescheria e chiesa di San Rocco sono aperte oggi dalle 10 alle 19 (entrata gratuita), il Museo dalle 8.30 (2 euro). (n.c.)
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