Spaccio di droga tra bitcoin e dark web alla sbarra tre pusher

Droga, soldi in nero frutto di quel traffico illecito e investimenti in bitcoin, quella moneta virtuale fatta conoscere in Italia dall’imprenditore friulano Luca Dordolo, finito nel mirino del fisco due anni fa per una presunta evasione da 750 mila euro. Sono gli ingredienti del processo iniziato nei confronti di tre (presunti, finché non c’è sentenza) complici di Emanuele Lovato, l’ex titolare del bar Alexander condannato (in via definitiva) a 7 anni e 8 mesi di carcere con l’accusa di aver messo in piedi una rete per vendere droga spacciata a centinaia di clienti tra professionisti e studenti e per il reato di autoriciclaggio, in quanto aveva investito i guadagni di quell’attività criminale in bitcoin. Sul banco degli imputati Marte Deniz Akyil, 32enne (difensore l’avvocato Massimo Malipiero); Marco Compagnin, 38enne (avvocato Marina Infantolino) e Alessandro Giaretta, 28enne (avvocato Giuseppe Pavan), accusati di compravendita di hashish e marijuana mentre solo Akyil è chiamato anche a rispondere di autoriciclaggio. Davanti al tribunale ha parlato un ispettore della Squadra mobile padovana che ha ricordato l’interesse di Lovato per la moneta virtuale: tramite l’app di messaggistica wickr Lovato (pseudonimo “lunadalmonte”) era inserito in una criptochat dove i clienti comunicavano con il fornitore Dordolo, il primo a introdurre in Italia il bancomat per bitcoin. In questo modo Lovato ripuliva il danaro sporco e moltiplicava i guadagni a seconda dell’andamento della moneta virtuale nel mercato. Durante l’indagine coordinata dal pm Benedetto Roberti, che rappresenta in aula la pubblica accusa, era stato messo a segno il secondo sequestro più importante al mondo di bitcoin come riportato anche in un articolo pubblicato sul sito che si occupa di dark web “Deep Dot Web” dal titolo «la polizia italiana ha arrestato un gruppo di spacciatori e riciclatori di bitcoin».Tra il 2016 e il 2018 Lovato (in carcere a Venezia) aveva lavorato sodo nello spaccio pianificando l’addio all’Italia e il trasferimento a Panama, pronto a pagare passaporto ed esilio dorato con i bitcoin, strumento di investimento della criminalità in quanto non lascia tracce. Prossima udienza il 23 giugno. —



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