Sparavano contro uccelli protetti altri due bracconieri denunciati

ALBIGNASEGO. Tredici uccelli nel carniere, cinque dei quali non cacciabili perché protetti. Altri due bracconieri - dopo i quindici denunciati nelle ultime settimane nell’Alta padovana - sono finiti ieri nella rete delle guardie zoofile dell’Enpa e quindi davanti agli agenti della Polizia provinciale. Contro ogni regola - ed evidentemente certi di farla franca - stavano abbattendo qualsiasi cosa gli volasse sopra la testa. Le guardie dell’Enpa li hanno sorpresi quasi per caso.
«Siamo andati all’ex polveriera di Albignasego per cercare un po’ di sollievo dopo una mattinata di controlli. Ma una volta lì abbiamo sentito colpi di fucile a breve distanza. E abbiamo fatto la scoperta», raccontano i volontari. A 500 metri dall’oasi di Carpanedo, due cacciatori avevano già abbattuto tredici animali. Tra questi una tortora dal collare, che è specie protetta dalla Convenzione di Berna e dalla legge nazionale 157; due pispole, che sono anch’esse protette e comprese nell’elenco della Convenzione sulla conservazione della vita selvatica e degli habitat in Europa; due storni, che sono esclusi dall’elenco delle specie cacciabili fin dal 1997. Completavano il carniere un germano reale maschio, sei allodole - che sono sempre più rare - e un colombaccio. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia provinciale che hanno sequestrato armi, munizioni e animali abbattuti. I due bracconieri ora rischiano da due a otto mesi e multe fino a duemila euro.
«Questo episodio dimostra che la situazione nel Padovano è fuori controllo. Si stanno consumando migliaia di reati penali sotto l’assoluto silenzio delle Istituzioni e degli enti preposti. Un paese civile non può tollerare questo stato di cose», attacca Renzo Rizzi, ispettore regionale delle guardie Enpa del Veneto. «A questo punto, oltre a chiederne conto al presidente della Provincia di Padova Enoch Soranzo, é indispensabile che anche il governatore Zaia, responsabile in pectore di questa materia, e l’assessore Giuseppe Pan che appena qualche giorno fa ha ringraziato pubblicamente le guardie zoofile Enpa per i loro interventi prendano posizione. Per evitare il ripetersi di migliaia di reati penali, con un po’ di coraggio vero, Zaia dovrebbe fermare la caccia in Veneto da domani o chiedere l’intervento dell’esercito».
La realtà che sta emergendo con prepotenza in queste settimane - denunciano dall’Enpa - è che «in tutta la provincia c’è una costante e diffusa violazione delle regole. E che i controlli sono insufficienti, se non del tutto assenti». La Polizia provinciale può contare ormai su pochissimi agenti, la Forestale non c’è e le poche guardie zoofile non riescono a garantire una prevenzione adeguata e le istituzioni, incapaci di far rispettare le regole, tacciono.
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