Sparisce il maestro d’arte La protesta al Selvatico

Si è spogliata restando con una succinta sottoveste, poi si è rivestita d’argilla. Il tutto per salvare l’artigianato. Questa è stata la singolare protesta messa in scena ieri pomeriggio dalla studentessa Sara Sbrissa, in arte Sama, 32 anni, iscritta all’istituto d’arte Selvatico di Largo Meneghetti.
Ed è proprio davanti alla sua scuola che alle 18 ha realizzato la performance, sostenuta da alcuni compagni di studio, per contestare la riforma della scuola che trasforma l’istituto da professionale a liceo.
La trasformazione significa, di fatto, la fine dei diplomi per maestro d’arte e l’aumento degli anni di studio da tre a cinque. Per Sara e si suoi compagni, dunque, l’addio a un attestato spendibile sul mercato del lavoro e l’impegno di ben cinque anni contro i tre che aveva messo in conto iscrivendosi al Selvatico. Di qui la protesta.
Ieri pomeriggio, intorno alle 18, in concomitanza con gli esami per il diploma per maestro d’arte (gli ultimi), davanti all’ingresso dell’istituto Pietro Selvatico, Sara, che è anche fotografa e modella, ha protestato contro la trasformazione della scuola e conseguente perdita della sua vocazione artigianale. Un’azione «a difesa dell’artigianato», spiega, «e per il rispetto di chi ha già iniziato questa scuola a non vedersi tradotto in un corso di scuola non scelto».
L’argilla non è stata scelta a caso: è la materia del creativo così come quella dell’artigiano, se non la bagni e copri con un telo, diventa inutilizzabile. Allo stesso modo un corso di studi professionale, scelto in vista di uno sbocco professionale, diventa inutilizzabile se trasformato in un liceo.
Sara si è così trasformata in statua cospargendo il suo corpo con argilla. La prestazione ha richiamato l’attenzione dei passanti che sono stati chiamati a partecipare alla performance spruzzando d’acqua la studentessa.
«Quando si crea una scultura d’argilla», spiega l’artista, «è necessario tenere sempre umido il composto altrimenti l’argilla si secca. Ho chiesto ai passanti di mantenermi bagnata perché non si “secchi” il mestiere del maestro artigiano. Dunque una metafora artistica, dove seccare è sia una conseguenza fisica, per l’argilla, sia emotiva, per il mio futuro compromesso. Mi ero iscritta al Selvatico avendo già intrapreso una strada artistica che speravo di arricchire professionalmente. Ora mi trovo iscritta ad un’altra scuola, che non ho mai scelto e che non realizza i fini che offriva».
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