Sparò al ladro perché voleva ucciderlo

LEGNARO. Tentato omicidio aggravato, chiuse le indagini nei confronti di Walter Onichini, 34 anni, che il 22 luglio 2013 aveva sparato ad uno dei ladri che dopo averlo derubato, stava cercando di fuggire con la sua Audi S4. Il pubblico ministero Orietta Canova ha indagato per furto aggravato anche il ladro ferito, Elson Ndreca, 25 anni, albanese e un altro complice, irreperibile, Mikel Shtinja, albanese di 28 anni. La banda sarebbe stata di 4 persone, ma due sono ancora anonimi. Ai due malviventi indagati è contestato il furto di 4 mila euro dall’abitazione di Onichini, delle chiavi della sua macelleria e il tentativo di furto dell’Audi. Quest’ultimo non è riuscito perchè il padrone di casa si è accorto dei ladri e gli ha sparato contro dalla finestra con un fucile a pompa. Onichini ai carabinieri - che erano stati chiamati dai vicini di casa e non da lui - aveva riferito che, visto il ladro ferito vicino alla sua macchina lo stava portando all’ospedale, ma durante il tragitto, il giovane lo avrebbe minacciato con una forchetta per fermare la macchina. Aggressione che invece non c’è stata per gli investigatori e la procura. Onichini avrebbe scaricato il ladro ferito in un fossato dove c’era dell’acqua a 2 chilometri e mezzo da casa dopo averlo trasportato nel bagagliaio della sua auto, abbandonandolo lì. Voleva disfarsi di quel corpo ingombrante, infatti non aveva imboccato la strada che porta all’ospedale di Piove di Sacco ma una stradina secondaria, in campagna. Gli spari avevano causato alla vittima la rottura della milza, una frattura renale sinistra, una perforazione gastrica e ileale un emopneumotorace bilaterale, con una prognosi di 90 giorni e l’indebolimento permanenente della mano destra. La lesione che il macellaio aveva al volto non sarebbe stata compatibile con l’aggressione del ladro che lui aveva raccontato sia in un primo momento ai carabinieri, che successivamente al magistrato. C’è poi il particolare che la compagna di Onichini (difeso dall’avvocato Mario Gregio) aveva provveduto di propria iniziativa a lavare le tracce di sangue sull’asfalto nel cortile con acqua e varechina poche ore dopo l’aggressione. I carabinieri erano arrivati in piena notte nella villetta chiamati dai vicini che avevano sentito gli spari e si erano allarmati. Ora il prossimo passo è la richiesta del processo per il macellaio di Legnaro e per i due albanesi, anche se le accuse sono ben diverse.
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