Dalla specola di Praglia si torna a scrutare il cielo: donato un telescopio

Teolo, donato uno nuovo telescopio professionale dalla space factory Officina Stellare. L’abate: «Alzando lo sguardo, potremmo invitare i giovani a parlare di scienza e di fede». La stazione era attiva fino agli anni ’70 ed era gestita da monaci dell’abbazia

Gianni Biasetto
L’abate Visintin con il telescopio
L’abate Visintin con il telescopio

Dalla cinquecentesca specola dell’abbazia di Praglia si torna a scrutare il cielo, a più di mezzo secolo di distanza dall’ultima volta.

Lo si potrà fare grazie a un nuovo telescopio professionale – con specchio da 50 centimetri di diametro (un Pro Rc 400 F8 Ritchey-Cherètien) – donato da Officina Stellare, una space factory di Sarcedo (Vicenza), leader mondiale nella progettazione e produzione di sistemi opto-meccanici complessi per applicazioni aerospaziali e spaziali.

Il taglio del nastro del nuovo osservatorio di Praglia
Il taglio del nastro del nuovo osservatorio di Praglia

L’osservatorio, che dagli anni ’40 fino agli anni ’70, quindi fino a mezzo secolo fa, ha ospitato una stazione astronomica e meteorologica dotata di un telescopio per l’osservazione notturna gestita dai monaci – in particolare padre Giuseppe Tamburino e fra’ Corrado Valerio, due benedettini appassionati di astronomia – è stato rimesso in funzione domenica pomeriggio alla presenza dell’abate, padre Stefano Visintin.

Al taglio del nastro c’erano anche il sindaco di Teolo, Valentino Turetta, e alcuni componenti la giunta comunale, il presidente del Parco Alessandro Frizzarin, l’astrofisico Graziano Chiaro dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, che ha seguito il progetto, e Damiana Stocco, vice presidente vicario della Fondazione Cariparo.

La specola
La specola

«Gli obiettivi del progetto, costato 150.000 euro e finanziato con un contributo di 89.000 euro della Fondazione Cariparo», spiega padre Visintin, «sono rinverdire la tradizione e lo studio alle scienze astronomiche nella comunità benedettina, fornire un ulteriore strumento di lavoro e ricerca ai professionisti dell’astronomia ed ai circoli astrofili, avvicinare gli studenti delle scuole medie e superiori all’astronomia e al metodo scientifico in generale attraverso l’osservazione, l’analisi e l’interpretazione dei fenomeni celesti».

L’intero progetto si collegherà con le attività osservative che si svolgono all’Osservatorio di Asiago equipaggiato con uno spettrografo altamente professionale. La stazione, inclusa la cupola di protezione degli strumenti, è completamente remotizzata e dà così la possibilità al ricercatore-osservatore di lavorare da postazioni remote in totale controllo dello strumento in uso.

Questo permette di avviare e sviluppare vere e proprie ricerche scientifiche attraverso studenti, con l’ausilio dei loro docenti e sfruttando le strutture informatiche scolastiche.

«L’osservatorio di Praglia», continua padre Visintin, «verrà gestito da remoto dagli studiosi dell’Inaf che operano alla stazione di Asiago. La struttura sarà aperta su prenotazione per le visite delle scolaresche o per incontri didattici. L’osservatorio rappresenta una bella opportunità: alzando lo sguardo verso il cielo, potremmo invitare i giovani a parlare di scienza e di fede».

A sollecitare l’abate a rimettere in funzione l’osservatorio, che durante la Seconda guerra mondiale ospitò anche i cavalli di bronzo della basilica di San Marco di Venezia per preservarli dai bombardamenti, tre anni fa furono alcuni astronomi e astrofisici veneti.

La proposta è subito piaciuta all’abate benedettino, che tra le altre cose è laureato in fisica nucleare, e da domenica è una bella realtà per chi ama osservare le stelle.

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