Spisal, controllati 24 mila lavoratori e 650 aziende Multe e chiusure

Ogni giorno l’Usl Euganea effettua almeno 25 sopralluoghi Bizzotto: «Nella fase 2 il nostro ruolo sarà amplificato»
27/03/2020 Grasse. Azienda ARTHES, specializzata nella produzione di cosmetici a Grasse, ha deciso di produrre una soluzione idroalcolica per l'ospedale. La linea di produzione riconvertita *** Local Caption *** 00952309
27/03/2020 Grasse. Azienda ARTHES, specializzata nella produzione di cosmetici a Grasse, ha deciso di produrre una soluzione idroalcolica per l'ospedale. La linea di produzione riconvertita *** Local Caption *** 00952309

padova

Sono 650 le aziende, per un totale di 24 mila addetti, passate al setaccio dalle squadre dello Spisal dell’Usl 6 Euganea al fine di verificare l’applicazione di tutte le misure di sicurezza imposte dal rischio corona virus. Diverse le segnalazioni al Prefetto per le irregolarità riscontrate e in due casi lo Spisal si è visto costretto a imporre la chiusura temporanea delle attività fino all’adeguamento dei sistemi di sicurezza. Il personale dello Spisal si avvale della collaborazione dei colleghi del Servizio Igiene e Sanità pubblica, Veterinari e Servizio igiene degli alimenti e nutrizione.



«Siamo impegnati ogni giorno nelle attività di controllo» conferma la responsabile dello Spisal dell’Euganea, Rosana Bizzotto, «ovviamente orientati verso i comparti lavorativi aperti, quindi logistica, metalmeccanica, chimica, materie plastiche e tutta la filiera dell’industria alimentare, dall’agricoltura alle rivendite. Anche nel settore dei trasporti vengono eseguiti dei sopralluoghi, in particolare per quanti attiene alla sanificazione dei mezzi». Le verifiche sono partite dalle aziende più grandi: «Questo come da indicazione regionali» conferma Bizzotto, «quindi prima ci siamo concentrati sulle grandi aziende e poi via via quelle più piccole. Per molte dove erano state riscontrate lievi difformità rispettato al dettato normativo, siamo già i fase di ricontrollo, ovvero al verifica della messa a norma come da indicazioni».



«Una delle principali misure di sicurezza da verificare è il distanziamento fra lavoratori» sottolinea la responsabile dello Spisal, «poi l’uso dei dispositivi di protezione individuale laddove necessari, le informazioni ai dipendenti e ai clienti, la regolamentazione degli accessi, il distanziamento negli spazi comuni come mense, sale ristoro e spogliatoi. Abbiamo trovato due aziende con irregolarità tali da imporne la chiusura temporanea, per altre è stato invece sufficiente richiedere un adeguamento, ma sono state comunque diverse le segnalazioni al Prefetto». Alcuni sopralluoghi sono scaturiti a seguito di segnalazioni degli stessi lavoratori. «Alcuni lamentavano la mancata fornitura da parte del datore di lavoro delle mascherine» rileva Bizzotto, «ma in certi casi la denuncia non era fondata poiché si trattava di un azienda con un impiegato per stanza».



A volte sono le stesse attività a rivolgersi allo Spisal per chiedere indicazioni precise su come organizzarsi: «È successo per i supermercati» conferma Bizzotto, «dove c’era il problema degli addetti alle casse per i quali è effettivamente difficile rispettare i due metri di distanza dal cliente. Alle mascherine e ai guanti si sono quindi aggiunti la visiera e le barriere in plexiglas. Importanti indicazioni stiamo fornendo a tutti i comparti in materia di sanificazioni, chiedendo che vengano registrate. Con tutti gli Spisal della Regione Veneto, inoltre, teniamo delle riunioni settimanali per definire linee guida comuni per comparti come l’agricoltura che è in piena stagione di raccolta e ora anche per l’edilizia, dato che sarà probabilmente uno di quelli che riprenderà a breve».



«Ci rendiamo conto che nessuno era preparato ad affrontare un’emergenza sanitaria globale di questa portata» sottolinea Bizzotto, «e rileviamo spirito di collaborazione. In pochi casi abbiamo trovato imprenditori che hanno sottovalutato il rischio di non attenersi alle regole. Nella maggior parte dei casi, invece, è ben chiaro il fatto che il rischio di perdere collaboratori perché si contagiano non andrebbe certo a vantaggio dell’attività. Da parte nostra cerchiamo di dare una mano, sia a comprendere i pericoli sia a perfezionare le misure di sicurezza. Del resto con la fase 2 imminente e la riapertura graduale di tante altre attività in altri settori, il nostro ruolo sarà ancora più fondamentale. Cerchiamo di mantenere una media di 25 sopralluoghi al giorno» conclude Bizzotto, «in tutto il territorio di competenza dell’Usl 6, dalla città alla provincia». —



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