Spostata l’impiegata addetta ai bandi

La figlia ha lavorato per Ecofficina. Il vicario del Prefetto: «Non ce l’aveva detto, ma l’assegnazione della Prandina è valida»
Di Enrico Ferro
Belluco Elezione del Presidente del Parco Colli. Nella foto: l'intervento del neo presidente. ph. Zangirolami Elezioni del presidente del Parco Colli
Belluco Elezione del Presidente del Parco Colli. Nella foto: l'intervento del neo presidente. ph. Zangirolami Elezioni del presidente del Parco Colli

«L’assegnazione della Prandina è valida perché nel bando si parla di “cooperative che abbiano reso, senza demerito, servizi di accoglienza nell’arco degli ultimi due anni”. Quindi ci siamo dentro in pieno». Pasquale Aversa, vicario del Prefetto, risponde così ai dubbi sollevati sull’affidamento dell’area dell’ex caserma. Dubbi sorti dopo l’inchiesta aperta per la falsificazione dell’atto da parte dei responsabili della cooperativa Ecofficina per aggiudicarsi un bando nel Comune di Due Carrare. «Mentre in quel caso si parlava di esperienza “pluriennale e continuativa”, qui il contesto è diverso. Siamo rimasti scottati dall’esperienza di Montagnana e quindi abbiamo inserito la clausola “senza demerito” per impedire ai delinquenti di provare a mettere le mani su questo appalto».

Certo è che l’inchiesta aperta dal pubblico ministero Federica Baccaglini mette a dura prova la “macchina” dell’accoglienza messa in moto a Padova e provincia. L’altro giorno i carabinieri del Nucleo investigativo sono andati anche in Prefettura ad acquisire tutti gli atti del bando di Due Carrare. Lo stesso hanno fatto anche in municipio e nella sede di Ecofficina. Gli atti saranno sottoposti a perizia per accertarne la veridicità, compresa la presunta dichiarazione scritta dallo stesso Aversa che certificherebbe la pluriennale esperienza della coop di Battaglia nella gestione dei migranti. Di questa sorta di attestato c’era copia solo nella sede di Ecofficina e in municipio a Due Carrare. In Prefettura, dove invece dovrebbe essere custodita la versione originale, non ne esiste copia. Il che autorizza a pensare che possa trattarsi di un altro documento falso.

Poi c’è la questione della dipendente della Prefettura con evidente conflitto di interesse. Lei, in qualità di funzionario intermedio, ha firmato gran parte delle convenzioni per i centri di accoglienza. Si è scoperto che la figlia ventenne ha prestato servizio in più occasioni in alcune strutture gestite proprio da Ecofficina. «Non eravamo a conoscenza di questa circostanza» rivela Aversa. «La diretta interessata non ci ha informato e se l’avesse fatto gliel’avremmo proibito per una questione di opportunità. Per il momento non ci sono state conseguenze ma probabilmente non si occuperà più dell’accoglienza dei profughi».

Tornando a Ecofficina, la situazione si complica non poco per la cooperativa “pigliatutto”. Al momento i vertici si trovano indagati da ben due procure. La Procura di Rovigo procede per i maltrattamenti di Montagnana (indagati Sara Felpati, Gaetano Battocchio e Sergio Enzini). La Procura di Padova invece procede per truffa e falso in atto pubblico in riferimento alla falsificazione dei documenti per accedere al bando di Due Carrare (indagati Simone Borile e Gaetano Battocchio). Con un contesto simile quanto riuscirà a procedere nella strada dell’accoglienza “senza demerito”?

e.ferro@mattinopadova.it

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