Spuntano 4 velobox lungo le vie del centro e scoppia la polemica

MONTEGROTTO TERME. Anche il comune di Montegrotto si adegua e nella città di Bertha giovedì sono “spuntati” i primi quattro velobox, le famose colonnine di colore arancione per il rilevamento della velocità. Nell’ambito dell’azione di prevenzione e contrasto all’eccesso di velocità sulle principali vie di accesso alla città di Montegrotto, l’amministrazione comunale ha appena fatto installare quattro dissuasori di velocità in via Mezzavia, via Corso delle Terme, via Caposeda e la circonvallazione, che dal sottopasso di Turri porta verso Strada Battaglia. «A monte di tutto ciò c’è il problema rappresentato da auto e veicoli che percorrono a velocità eccessiva le strade centrali del paese, rappresentando un pericolo per tutti», spiega il sindaco Riccardo Mortandello, «Da qui la decisione di puntare sulla prevenzione installando i velobox, le ormai note colonnine arancioni che possono ospitare un rilevatore elettronico di velocità». I velobox funzionano solo quando nei paraggi della colonnina c’è una pattuglia della Polizia locale. Pattuglia che posiziona il rilevatore elettronico all’interno degli “scatoloni” arancioni, che sono vuoti. La pattuglia deve essere visibile agli automobilisti (ai lati, davanti o dietro al velobox) e solitamente la sanzione viene comminata sul posto.
L’installazione delle tanto odiate macchinette arancioni ha scatenato le reazioni immediate sui social network. C’è chi parla del “classico metodo” usato dalle amministrazioni per fare cassa e c’è chi rassicura gli automobilisti spiegando che non sono sempre attivi e funzionanti e le modalità con le quali vengono messe in funzione. «Ormai tutti sanno che funzionano solo con la pattuglia della Municipale nei paraggi», sbotta Daniele Roncolato, segretario locale di Fratelli d’Italia, «Sono quindi soldi buttati via».
Federico Franchin
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova