Stagione 2019 avara per l’olio euganeo La produzione sarà metà dell’anno scorso

Barbiero (frantoio di Valnogaredo): «Ha influito l’andamento climatico avverso». Intanto cresce la richiesta del biologico



Come per il vino, anche per l’olio l’annata 2019 nell’area del Parco dei Colli Euganei si preannuncia avara in termini di quantità. Una riduzione di produzione rispetto alla stagione 2018 che per l’olio si prevede possa arrivare addirittura al 50%. Del 25-30% se paragonata alle ultime tre campagne olearie, visto che quella scorsa è stata piuttosto generosa: sugli Euganei si sono prodotti circa 60 mila litri di olio extravergine d’oliva. Va anche tenuto conto che l’ulivo è una pianta che tende a produrre a stagioni alterne.

L’ESPERTO

Sono le previsioni, a oltre due mesi dalla raccolta, del mastro oleario Paolo Barbiero di Cinto Euganeo, rappresentante degli olivicoltori dei Colli Euganei nel consiglio di amministrazione del Consorzio di tutela dell’olio extravergine di oliva veneto e titolare con la moglie Pierangela dello storico frantoio di Valnogaredo. «Speriamo di recuperare qualcosa nella resa» afferma Barbiero «Ci sono zone dei colli dove la produzione di olive è in linea con la media degli ultimi tre anni, altre invece dove è molto scarsa. Ha influito l’andamento stagionale avverso: il clima secco di aprile, il freddo di maggio e l’arrivo prepotente del caldo a fine maggio, primi di giugno, che ha danneggiato la fioritura».

LA CASCOLA

«Quest’anno ci sono stati meno problemi di cascola rispetto al 2017» aggiunge Barbiero «Quella che abbiamo registrato è stata causata dalla cimice asiatica che, pur non danneggiando le olive, fa da vettore nel trasporto sulla pianta di funghi e batteri». «Per far fronte ad alcuni fenomeni legati ai parassiti e ai funghi patogeni servono studi. Collaboriamo in maniera molto fattiva con l’Università di Padova, abbiamo costituito una società di scopo, peccato che la Regione non abbia finanziato il progetto di ricerca per combattere alcune malattie dell’olivo che abbiamo anche al Nord, legate ai cambiamenti climatici».

IL BIODISTRETTO

Stando a quanto affermano gli olivicoltori dell’area del Parco Colli, i consumatori richiedono sempre di più olio biologico e questo spinge le aziende a certificarsi. L’attenzione verso il prodotto biologico di conseguenza aiuta la salvaguardia dell’ambiente. La stessa cosa succede per il vino, dove il mercato del bio è in continua espansione.

CLIENTI TOP

La bassa percentuale di acidità (0,2% di media contro lo 0,5 previsto dal disciplinare) fa dell’olio extravergine euganeo un prodotto di qualità molto elevata, ideale nelle diete e apprezzato soprattutto all’estero.

«Le richieste di olio biologico crescono in maniera esponenziale soprattutto da paesi come gli Stati Uniti d’America» afferma Barbiero «È una tendenza che ora sta prendendo piede anche in Italia, dove alcuni ristoranti di fascia alta, come la Locanda Cipriani dell’isola del Torcello a Venezia, è da tempo che lo chiedono». —

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