Stanga, la rotonda bocciata «Troppe 5.000 auto l’ora»

Il sindaco vuole cambiare la viabilità ma alcuni studi tecnici lo sconsigliano «Le relazioni di traffico non hanno alternative, meglio ipotesi sottopasso»

STANGA. È la sirena dell'urbanistica padovana, sogno impossibile degli ultimi due sindaci, desiderio fin dal 2003, oggi sfida del sindaco leghista Massimo Bitonci, alle prese, proprio come i suoi predecessori Zanonato e Rossi, con la rotatoria della Stanga. Tuttavia tre studi bocciano l'idea, due interni al Comune ed uno esterno, quello dell'ingegnere docente del Bo, Luca Della Lucia. L'approfondimento di Della Lucia stronca ogni speranza con i numeri: dall'incrocio della Stanga passano ogni giorno 60 mila auto, con punte di 5 mila veicoli all'ora e minimi che non scendono sotto le 1700 auto all'ora. Uno snodo centrale della viabilità padovana che mette in relazione sei strade e contempla direttrice fondamentali della città.

Parliamo delle vie Turazza, Venezia, Grassi, Venezia-Tommaseo, Fistomba e Ariosto. Di cui, Venezia-Tommaseo è ingresso alla città e accesso alla stazione; Grassi alla tangenziale; Ariosto all'ospedale ed alla Zona Industriale. Tuttavia la Stanga è anche uno spazio vivo attraversato da pedoni e ciclisti che nessun progetto può dimenticare. Sul banco di prova il terzo sindaco, Bitonci, e legittimamente qualcuno si chiede se il settore Mobilità e traffico abbia informato il primo cittadino del lungo dossier che silura il progetto.

Il capo settore, Daniele Agostini, laureato in Scienze Urbanistiche, pare dare man forte al primo cittadino, malgrado i suoi uomini abbiamo bocciato l'idea e lo studio privato da lui scelto abbia confermato il lavoro degli architetti del Municipio. Tant'è. Le prime verifiche di fattibilità risalgono al 2003, assessore all'urbanistica Domenico Menorello. Nel 2007 l'ufficio tecnico del settore Mobilità elabora una serie di proposte che coinvolgono la fontana. Nel dicembre 2012 viene approvato il primo progetto definitivo. Allegati i calcoli di capacità della rotatoria utilizzando i dati di traffico forniti dalle spire semaforiche del nodo, che riportano origine e destinazione delle auto. I numeri sono stati calcolati con un programma francese (Cetur) e uno svizzero (Bovy).

Alla fine del 2013 il progetto non compare nemmeno nell'elenco delle opere pubbliche. Lo studio di Della Lucia aveva messo la parola fine al progetto della grande rotonda della Stanga. «I problemi rispetto a quel lavoro erano due – ricorda il prof Della Lucia – Uno riguardava i volumi in gioco, che sono elevati; l'altro la rischiosa presenza di pedoni e ciclisti. In ultima analisi eravamo giunti alla conclusione che la rotatoria non avrebbe migliorato la viabilità della Stanga. Avevo poi suggerito una conformazione diversa dal fagiolo, che ha traiettorie strane, tentando una materializzazione reversibile, una sorta di esperimento». Il suo studio resta attuale? «Dubito i flussi siano cambiati. Le relazioni di traffico della Stanga ad oggi non hanno alternative verso la Stazione e la zona industriale. Il traffico elevato non è concentrato solo nelle ore di punta ma anche nelle ore meno frequentale si raggiunge l'80% del volume del mattino, che è una punta e gli stessi apici durano a lungo». Cosa potrebbe rimettere in gioco la rotonda? «C'è l'ipotesi di spostare l'ospedale a San Lazzaro che potrebbe mescolare le carte. Non sono al corrente delle valutazioni della nuova Amministrazione, tuttavia in campagna elettorale avevo sentito parlare di sottopasso».

Elvira Scigliano

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