Stanza perquisita lui giocava alla wii

Piergiorgio Canova è considerato il boss dell’organizzazione Per catturarlo hanno dovuto staccare l’energia elettrica

«Noi cercavano la droga, lui continuava a giocare a tennis con la wii, quasi noncurante della nostra presenza». La frase, sfuggita al termine della conferenza stampa a chiusura delle indagini sulla gang capieggiata da Piergiorgio Canova, 49 anni, residente alla Paltana in via Croazia, dà esattamente la cifra dello spessore dell’uomo che in questi anni si è dato alla bella vita grazie allo spaccio di cocaina.

Piergiorgio Canova, nessuna occupazione registrata, oltre a un elegante appartamento possedeva un T-Max e una Volkwagen Golf ultimo modello. Piccolo particolare: Canova non aveva più la patente. Appunto, piccolo particolare, come pure gli arresti domiciliari durante i quali l’uomo ha continuato a fare i suoi affari, uscendo a bordo della moto durante l’ora di permesso (dalle 11 alle 12 di ogni giorno), per concludere o prendere accordi. Piergiorgio Canova è finito per la prima volta in cella per spaccio nel 2006: in quell’occasione fu la squadra Mobile di Padova. Fermato a bordo dello scooter sotto casa sua, in casa gli agenti gli trovano alcuni grammi di cocaina e un bilancino di precisione. Ma soprattutto tre pagine fitte-fitte di nomi e cognomi di probabili clienti padovani con le diciture «con taglio» o «senza taglio». Finito agli arresti domiciliari esce dall’inchiesta della polizia ed entra in quella dei carabinieri. Sono alcune dichiarazioni di clienti a portare gli investigatori dell’Arma di Cittadella in via Croazia. Iniziano i pedinamenti e gli appostamenti. Piergiorgio Canova esce ogni mattina a bordo del suo scooter durante l’ora di permesso. Per gli inquirenti non c’è dubbio che stia continuando l’attività di spaccio. E così nell’estate del 2009 decidono di intervenire. Ma non è facile. Dopo il primo arresto Piergiorgio Canova è diventato sospettoso: guarda dalla finestra i clienti che arrivano, fa fare loro mille giri per evitare che siano seguito. Vuole perfino acquistare un visore notturno per essere più sicuro. I militari per stanarlo pensano di togliere momentaneamente l’energia elettrica dall’appartamento. Ma l’uomo è preparato e, convinto che sia una trappola non esce dall’appartamento bunker. Si decide per il piano B: i carabinieri sfondano il portone blindato e al termine della perquisizione troveranno il chilo di cocaina.

Paolo Baron

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