Stefano Berton chiede di poter patteggiare 2 anni

ESTE. Stefano Berton, l’ex funzionario della Banca di credito cooperativo di Sant’Elena, è pronto a patteggiare e quindi ad ammettere le proprie colpe beneficiando dello sconto di un terzo della pena. L’accusa di appropriazione indebita lo vede responsabile di aver intascato una cifra tra i 2 e i 4 milioni di euro prelevando per più di dieci anni i ricavi degli investimenti di alcuni clienti, distribuendoli a famiglie bisognose. Quest’ultimo particolare, lo sostiene lui. Il suo avvocato difensore, Stefano Fratucello, è riuscito a concordare con il pubblico ministero Paola De Franceschi, una pena di 2 anni di reclusione, sospesa. L’altro giorno l’udienza dibattimentale è stata rinviata per un vizio di notifica. Teoricamente il giudice potrebbe opporsi al patteggiamento, anche se questo significherebbe far slittare il processo davanti a un nuovo giudice con una ulteriore perdita di tempo. Particolare determinante in questo processo dove i reati precedenti al 2006 sono già prescritti, almeno dal punto di vista penale. Le contestazioni maggiori sono però proprio antecedenti al 2006. Conti alla mano, i clienti gabbati sono solo quattro. Pochi mesi fa la banca ha fatto sapere di aver chiuso gli accordi con i danneggiati, rimborsando 3,3 milioni di euro. Nessuno dei truffati ha voluto procedere legalmente contro la banca. L’istituto ha restituito solo le somme effettivamente consegnate dalle famiglie nelle mani di Berton, e non quelle che il funzionario avrebbe promesso come interessi degli investimenti.
Il meccanismo avviato da Berton era divenuto incontrollabile: dal 1998 il dipendente era riuscito a destinare somme ingenti ad almeno cinquanta famiglie in difficoltà, anche al di fuori della clientela della banca. Per farlo, era arrivato a falsificare ricevute e documenti usando la carta intestata della Bcc. Nessuna delle, fantomatiche o meno, famiglie “beneficiarie” si è fatta viva o è stata identificata. Lo scandalo è venuto alla luce nel settembre del 2010. Con due lettere, una alla banca e l’altra al sindaco di Este, Berton, funzionario e consigliere comunale, decise di congedarsi. Facendo venire a galla un buco milionario. Per mascherare la propria condotta, dissero dalla Bcc di Sant’Elena, il funzionario avrebbe utilizzato carta intestata della banca, per inoltrare alle famiglie danneggiate falsi rendiconti e informazioni, peraltro con modalità difformi da quelle normalmente in uso per simili comunicazioni». Ma loro gli avevano creduto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova