Stipendi, bufera su Bettin: «Uno schiaffo alla crisi»

PADOVA. Tutti contro Massimo Bettin. L’aumento di stipendio del portavoce del sindaco Sergio Giordani ha prevedibilmente fatto urlare allo scandalo l’opposizione, ma l’ex segretario provinciale del Pd adesso si è creato dei nemici (nemmeno troppo nuovi) anche in casa.
Dopo la pubblicazione della cifra che Bettin guadagnerà per i prossimi cinque anni, su di lui è scatenato un putiferio anche per via di un curriculum non conforme al ruolo che ricoprirà.
Premessa: i salari relativi sia allo staff del sindaco Sergio Giordani sia del predecessore Massimo Bitonci vanno decurtati del 25% circa. Gli 80mila euro attribuiti a Bettin rappresentano in effetti il costo reale della sua figura professionale per le casse comunali, ma a quella cifra vanno sottratti gli oneri che fanno scendere il suo stipendio a circa 5mila euro lorde al mese (e non 6. 653 euro), che corrisponde a poco più di 3mila euro al mese nette.
Stesso discorso per la segretaria particolare di Giordani Jessica Canton (3.192 euro lordi), e per i loro predecessori a Palazzo Moroni, gli ex “bitonciani” Carlo Melina e Andrea Recaldin (65mila il primo e 67mila il secondo, sempre lordi).
Resta il fatto che sul caso compensi è esplosa la polemica. Il più “sottile” è stato uno dei più grandi sostenitori di Giordani (ma non di Bettin) Flavio Zanonato, che per pungere il suo ex segretario ha pubblicato sui social il famoso estratto del film di Totò in cui dice: “E io pago”. Articolo Uno-Mdp ha diffuso una nota ufficiale per evidenziare il dissenso: «Ci vuole sobrietà e invece con una mano la giunta si era appena ridotta le indennità, e con l’altra ha varato un aumento ai propri collaboratori rispetto alle passate amministrazioni di centrosinistra».

Non è stato tenero con Bettin neanche Umberto Zampieri, ex capogruppo del Pd: «La giunta è nata anche grazie a chi, come me, ha firmato le dimissioni da consigliere per far cadere Bitonci e dopo un atto così forte serve che simili scelte restino solo un brutto ricordo. Si può sbagliare, ma ora la giunta modifichi la delibera».
Scontato invece l’assist all’opposizione: «Siamo tutti invitati al funerale della giunta civica di Giordani. È uno schiaffo alla crisi» ha detto il grillino Simone Borile. Tagliente anche il commento di Matteo Cavatton, capogruppo della civica Bitonci: «Altro record per Padova: la badante più pagata d’Italia». In serata, e al termine di una giornata ad alta tensione, è poi arrivata una nota dalla giunta Giordani: «Confermiamo la volontà di mantenere i costi complessivi legati alle figure dello staff al di sotto dell’importo stanziato dalla precedente esperienza. L’individuazione dei componenti dello staff di un sindaco spetta a lui soltanto e ciascun membro è assunto con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato secondo requisiti e parametri economici stabiliti dal Contratto nazionale di lavoro e Testo Unico degli Enti locali. Da settembre inizieremo un percorso condiviso che porti ad una riduzione dei costi della macchina amministrativa, modificando l’organizzazione attuata dalla precedente giunta e che ha portato ad una spesa troppo elevata».
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