Strangolata in casa dopo una lite

Il convivente prima fugge, poi confessa alla Polstrada
COSENZA. La coppia viveva insieme in Calabria da tre anni
COSENZA. La coppia viveva insieme in Calabria da tre anni
 E' stata strangolata dopo una lite. Una lite furiosa che ha lasciato i suoi tragici segni sul pavimento della cucina. C'erano le tracce della colluttazione insieme al corpo di Tiziana Falbo, 37 anni, originaria di contrada Rocchi a Rende ma residente a Montalto Uffugo. C'erano i telefonini. Uno rotto, con la batteria staccata volata a qualche metro. E c'erano oggetti di casa tutti sparsi attorno al corpo senza vita. Una scena che si è mostrata in tutta la sua drammaticità agli occhi della madre della ragazza e del cognato, ieri mattina intorno alle 11. A uccidere la donna, sarebbe stato il convivente Nicola Sorgato, 50 anni di Bologna, ma nato a Padova: lo ha confessato lui stesso. Fermato ieri mattina a Bologna dalla Polizia Stradale emiliana per una violazione al codice della strada, Sorgato è crollato subito. Alla vista degli agenti ha raccontato di essere tornato a Bologna, dalla sorella, perché aveva ucciso la sua convivente in Calabria con un cacciavite (particolare smentito dal fatto che il cadavere non presenta ferite bensì segni evidenti di strangolamento). Increduli, i poliziotti hanno immediatamente informato i carabinieri di Montalto Uffugo. Quasi in contemporanea la scoperta del decesso da parte dei familiari che, una volta aperta la porta dell'appartamento si sono trovati davanti agli occhi il cadavere Tiziana Falbo. Ad avvertire i familiari erano state le colleghe di lavoro di Tiziana che da anni era impiegata al call center Pitagora di Rogliano. Proprio tramite il lavoro la giovane donna aveva conosciuto Nicola Sorgato. Quel compagno che per stare con lei aveva lasciato a Bologna moglie e la figlia, e che da tempo lei aiutava economicamente visto che non lavorava più da un anno. Con la nuova automobile, una Fiat Punto Evo grigia, acquistata con tanto sacrificio dalla donna, Nicola Sorgato la accompagnava ogni giorno agli uffici del Pitagora. Per quanto lui non fosse accettato dai familiari perché non lavorava, i due non sembra che fossero in rotta. Anzi, proprio domenica allora di pranzo, verso le 13, la madre di Tiziana, era andata a trovarli e li aveva visti ripulire casa e sistemare i mobili insieme. E questa l'ultima volta che la vittima è stata vista in vita. Poi più nessun segno. Tiziana non ha più risposto alle telefonate dei parenti fin dalla sera di domenica. Un particolare che non aveva destato apprensione. Come invece è successo ieri mattina tra i colleghi di lavoro. Non vedendola arrivare, come sempre puntuale, si sono allarmati. E per non terrorizzare la madre di Tiziana, hanno chiamato il cognato Franco.

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