Stroncato da infarto in Perù Era un tecnico dell’ex Pavan

GALLIERA veneta
Aveva girato il mondo, portando la sua competenza e le sue abilità tecniche in tanti angoli della Terra, dall’Europa all’Africa, e poi le Americhe. Aveva appena 56 anni, Flavio Gazzola, di Galliera: un infarto ne ha stroncato l’esistenza in Perù, era un padre di famiglia ed un lavoratore scrupoloso.
LA TRAGEDIA
In paese lo conoscevano come Gege, era uno storico tecnico montatore trasfertista della Pavan SpA, l’azienda di riferimento del territorio lungo la Postumia e che fa parte del colosso multinazionale Gea. Gazzola è rimasto vittima di un infarto che lo ha colpito nella serata di domenica 2 maggio. Non aveva avuto alcun tipo di avvisaglia, stava bene, si trovava in Sudamerica da un mese per fare il suo dovere, con il consueto approccio scrupoloso. Era in costante contatto con la moglie, Federica Menato. Erano sposati da 35 anni e dalla loro unione è nato il figlio Enrico, oggi 34enne. La compagna di una vita, originaria di Loreggia, ripercorre l’accaduto: «Flavio sarebbe dovuto tornare a metà del prossimo mese. Lui non aveva nessun problema di salute e, anche alla luce de suo lavoro che lo impegnava spesso all’estero, era particolarmente controllato». Controlli medici diventati ancor più serrati nel contesto pandemico.
i controlli medici
«Faceva anche degli esami quando rientrava dalle trasferte», aggiunge la moglie, che lo ha sentito l’ultima volta la prima domenica di maggio: «In Perù era mattina. Ci dovevamo sentire a metà serata, ho provato a chiamarlo, non ha risposto, ma non mi sono preoccupata, capitava». Poche ore prima era sereno. Nulla lasciava presagire l’imponderabile. Lunedì della scorsa settimana è stato comunicato alla famiglia il decesso. In questi giorni la Pavan sta svolgendo tutte le pratiche fondamentali per il rientro della salma, la famiglia confida di poterlo rivedere presto, per l’estremo saluto. Il 56enne lascia un vuoto importante, negli affetti e in azienda. Gli erano stati spesso assegnati progetti di particolare rilevanza. A gennaio dello scorso anno si trovava in Nigeria, poi l’escalation del Covid-19 ha fatto scattare radicali misure di restrizione, ed il tecnico è potuto rientrare in Italia solo a novembre. Per poi ripartire, ancora verso nuove mete.
IL RITRATTO
Lo sport, gli spazi aperti, la vita: «Insieme abbiamo sempre tifato Juve», ricorda il figlio, «e poi papà amava la bici, la montagna, il mare». E quando rientrava a casa si godeva la famiglia, con il suo carattere «meraviglioso, simpatico e coinvolgente». Stima e affetto conquistati anche fra i colleghi: «Quella di Flavio è una grande perdita prima di tutto umana e poi professionale. Persona onesta e capace. Condividiamo con la famiglia questo momento di profondo dolore», dicono i lavoratori della Pavan. Flavio lascia anche la mamma Luigina ed i fratelli Isidoro, Luciano, Paolo e Roberto. Si attendono gli adempimenti necessari per poter fissare la data del funerale. —
Silvia Bergamin
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