Stroncato da un tumore a 48 anni, Perarolo piange il fornaio Favaro

VIGONZA. Muore a 48 anni Carlo Favaro, noto e stimato panificatore di Perarolo, titolare del panificio pasticceria Grano D’oro di via San Gregorio Barbarigo. A strapparlo alla moglie Vania e ai quattro figlioletti un tumore al cervello che lo aveva colpito 18 mesi fa e per il quale aveva subìto quattro interventi chirurgici e numerosi ricoveri. Favaro è spirato all’ospedale dell’Angelo di Mestre, dove si trovava ormai da tre mesi. E da lì domani giungerà la salma per le esequie, che si celebrano alle 15 nella chiesa di S. Andrea Apostolo a Perarolo.
La notizia della morte di Favaro ha varcato i confini della frazione e numerose sono le espressioni di cordoglio anche sul sito dell’esercizio. «Una persona molto disponibile e molto attenta alla famiglia e alla professione» lo ricorda don Bruno, il parroco, che è andato a trovarlo in ospedale anche sabato, «è stato operato ma poi il male si è ripresentato. Era consapevole del suo stato ma allo stesso tempo ha avuto una serenità morale e spirituale e una capacità di affrontare il dolore eccezionali».
Il lutto colpisce e addolora l’intero paese di Perarolo, dove Favaro era nato e cresciuto e dove, appena ragazzo, aveva cominciato a costruire il suo futuro lavorando come garzone di bottega nell’unico negozio di alimentari. All’epoca c’era un solo grosso marchio della grande distribuzione e il “casolino” di Perarolo, che si trova nella parte vecchia oltre il sottopasso, era il punto di riferimento. Quando Favaro lo rilevò ne mantenne le caratteristiche di negozio di paese trasformandolo però in una panificio pasticceria gastronomia e rivendita di prodotti freschi, dolci e salati. Molto bravo nel suo lavoro, Favaro si era specializzato non solo nella panetteria ma anche nel comparto dolci.
A lui hanno continuato a rivolgersi le famiglie per la torta di compleanno personalizzata e i bambini per il panino imbottito da portare a scuola.
Grazie alla sua capacità, al suo coraggio e alla sua lungimiranza l’esercizio è l’unica bottega sopravvissuta all’avanzata della grande distribuzione poiché ha saputo imprimere una svolta all’attività mantenendo il suo bacino di clienti affezionati. Persona timida e gentile, sempre sorridente.
Una caratteristica che ha mantenuto nonostante la terribile malattia che lo ha colpito.
Favaro lascia un grande vuoto nella famiglia, che perde un marito affettuoso e un papà ammirevole e pieno di attenzioni. Ma anche nel paese che ha servito per tanti anni andando incontro alle esigenze delle persone. Il negozio rimane chiuso per lutto tutta la settimana. L’auspicio di tutta Perarolo è che, per onorare la sua memoria e in virtù di quanto Favaro si è speso, l’attività vada avanti rimanendo quel punto di ritrovo che è diventato.
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