Studenti, centri sociali e associazioni Ecco la nuova galassia che si batte per il clima

il fenomeno
Sullo sfondo: siccità e alluvioni, carestie e acqua inquinata, microplastiche, malattie, estinzioni di massa, carenza di cibo. Più vicino a noi: aria irrespirabile, allagamenti, grandi navi in laguna, rifiuti tossici, cementificazione selvaggia, città invivibili. Questo è il mondo che stanno ereditando, una bomba a orologeria con il timer che segna meno undici, tanti - tanto pochi - sono gli anni che ci separano dal punto di non ritorno. Questo è il motivo per cui due mesi fa sono scesi in piazza in 15 mila, per lo più ragazzi fra i 15 e i 30 anni, nella più grande manifestazione che abbia attraversato Padova dagli anni ’70 in poi. E oggi promettono di replicare, con lo stesso messaggio: “Cambiamo il sistema, non cambiamo il clima”. Firmato “Fridays for future”.
Dentro quest’onda, che è facile colorare di verde e che qualcuno si ostina a banalizzare, ma che trascina e contiene tante sensibilità, c’è il ritorno ai massimi livelli di una coscienza collettiva ecologista che è sempre stata molto viva in città.
proteste
«Nel Nord Italia c’è più inquinamento e quindi si protesta di più», sintetizza Enrico Zulian, organizzatore della marcia di marzo e di quella di oggi insieme al collettivo Resistenze Ambientali, la costola ecologista del centro sociale Pedro, che riunisce giovani e giovanissimi. E che a sua volta confluisce nei Fridays for Future, la rete che ogni venerdì, da gennaio, mutuando la strategia di Greta Thunberg, dà vita a un incontro a tema ambientale davanti a Palazzo Moroni. «Dietro la nostra mobilitazione c’è innanzitutto un lavoro di indagine e di conoscenza delle battaglie ambientaliste europee che ci ha permesso di cogliere tutte le contraddizioni del sistema in cui viviamo. Con noi alla marcia di marzo c’erano tutte le associazioni più note, i comitati e i movimenti e gli studenti», racconta Zulian. «Poi per affinità è più facile che dialoghiamo con Greenpeace, con i NoTav, i No Grandi Navi o anche con le Mamme No Pfas e con gli studenti, mentre altri come Legambiente sono più aperti a un confronto con le istituzioni. Noi crediamo che sia difficile cambiare le cose con un governo amico. La svolta? Il rapporto Ipcc ha suonato la sveglia e tutti hanno cominciato a capire che i cambiamenti climatici non sono teoria. E che il modello capitalistico è insostenibile».
studenti protagonisti
Ma il cuore della marcia di oggi, come di quella di marzo, saranno ancora gli studenti. «Da qualche anno, anche fra i ragazzi delle superiori, è cresciuto l’interesse per i temi ambientali», racconta Piero Notarnicola dell’Udu, l’Unione degli universitari. «La questione non è più limitata alle buone pratiche, tutti sappiamo che si deve spegnere la luce o chiudere il rubinetto, ma ha preso una piega più politica. Le azioni singole non bastano più, dobbiamo chiedere responsabilità a chi fa le scelte. La classe politica è sotto accusa. Il nostro modello di sviluppo non ha un futuro». Sul treno dei Fridays gli studenti sono saliti in corsa ma da protagonisti. «È un contenitore in cui facciamo stare di tutto», prosegue Notarnicola. «E di bello c’è che stiamo portando in piazza persone che non c’erano mai state. Ci accomuna il fatto che stiamo provando sulla nostra pelle la gravità della situazione».
gli obiettivi
Ma sarebbe sbagliato classificare come idealisti e un po’ illusi questi ragazzi. Sanno cosa vogliono e sanno dove possono arrivare. «Sappiamo che ai nostri livelli il cambiamento passa per tre grandi enti: il Comune, l’Università e l’ospedale», insiste Notarnicola. «Noi, con l’associazione Leaf, lavoriamo prevalentemente con l’ateneo, abbiamo chiesto la riconversione energetica degli edifici, stiamo lavorando perché sia eliminata la plastica della mensa. Al Comune offriamo invece la nostra consulenza sulle piste ciclabili e facciamo pressione per limitare l’uso dell’auto e promuovere il trasporto pubblico gratuito».
legambiente
Sulla stessa onda, ma in posizione diversa - più aperta al confronto istituzionale - c’è Legambiente che pure guarda con simpatia ai Fridays. «In qualche modo raccogliamo i frutti degli investimenti fatti con l’educazione ambientale dalle materne alle medie», dice Paola Fontana che è nella commissione nazionale delle scuole di formazione di Legambiente. «C’è una sensibilità più diffusa verso i temi ambientali, anche tra gli insegnanti».
«Scendere in piazza è una conseguenza», riflette Sandro Ginestri, presidente di Legambiente Padova. «Ma non ci sono tutte le differenze che qualcuno vorrebbe trovare. Il nostro motto è pensare globalmente e agire localmente. Anche noi chiediamo un cambio delle politiche, ma cerchiamo di incidere nel contesto locale. Non c’è incompatibilità».
messaggi
Semmai, sottolinea il presidente veneto di Legambiente, il padovano Gigi Lazzaro, «la generazione di oggi ha più occasioni di farsi ascoltare e c’è una coscienza individuale più forte. Questi ragazzi», aggiunge Lazzaro, «parlano di predazione delle risorse, di cambiamento dei modelli di vita. Non sono messaggi nuovi, ma oggi arrivano con più forza. In fondo anche noi ci siamo sempre battuti per nuovi modelli di mobilità, per l’elettrificazione delle linee, per la metro di superficie. Oggi quelle battaglie si coniugano con le aspirazioni massime di cambiamento. Perché è vero che per le rivoluzioni servono azioni dal basso, ma poi c’è bisogno di decisioni alte, definitive. Per questo il dialogo con le istituzioni è fondamentale. E fare rete, tra tutte le forze che chiedono un cambiamento, è più che mai necessario».
rete fortissima
E la rete, a Padova, può essere fortissima e lo sta dimostrando. Perché oltre alle associazioni storiche e ai nuovi movimenti, sull’onda si muovono con le stesse aspirazioni definitive ma obiettivi più specifici, tante altre organizzazioni. Quelle che chiedono un cambiamento concentrandosi sull’alimentazione (La Bottega Sfusa e la Cucina Brigante, per esempio), chi gioca su un terreno scientifico (I medici per l’ambiente), chi sullo stile di vita (Il movimento per la decrescita felice), chi si prende a cuore gli alberi e dunque l’aria e il suo (Il Comitato difesa alberi o i vari comitati di quartiere), chi difende gli animali (l’Enpa, la Lav, il Gruppo di Intervento Giuridico, che pure allarga il suo raggio d’azione a tanti altri fronti). E dall’onda si propagano altre associazioni e altri comitati che si estendono fino all’Alta e alla Bassa, a difesa dei corsi d’acqua o dei parchi o dei Colli. È un’onda in movimento impetuoso, difficile da fotografare, impossibile da fermare.
corteo
Anche oggi scuoterà il centro della città. Dirà che non c’è più tempo da perdere. Raduno alle 9.30 nel piazzale della stazione, poi un tracciato che toccherà Stanga, via Altinate, palazzo Moroni, via Roma e Prato della Valle. —
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