Stupro di un trans a Chiesanuova, albanese in cella

Vittima un 21enne: urlava dalla terrazza di un alloggio affittato da una coop che gestisce l’accoglienza diffusa

PADOVA. Ancora una violenza sessuale. Stavolta in una struttura per la cosiddetta “accoglienza diffusa” a Padova, nel quartiere di Chiesanuova in via delle Cave 11, un appartamento gestito dalla cooperativa sociale “La mia badante”.

In manette è finito un albanese senza casa Adam Kone, 32 anni: accusato di sequestro di persona e di violenza sessuale, è rinchiuso da martedì in una cella della casa circondariale.

L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Giorgio Falcone, è stata tenuta nel massimo riserbo: è il terzo episodio di violenza sessuale – dopo i due accaduti a San Siro, frazione di Bagnoli, che coinvolgono migranti ospiti di strutture di accoglienza.

La vittima è un 21enne transessuale sudamericano, anche se nato a Ferrara, senza fissa dimora, nome d’arte Rossella: cercava riparo per una notte, ha incontrato violenza e sopraffazione.

Solo il suo disperato tentativo di scappare, gridando aiuto da una terrazza del condominio in cui è stato sequestrato e stuprato per ore, ha attirato l’attenzione di alcuni vicini pronti a chiamare il 112.

Erano le 6 di martedì. In zona è subito arrivata una pattuglia dell’Arma che ha notato sulla terrazza del civico 11 una figura femminile avvolta in un accappatoio: urlava disperata per attirare l’attenzione delle forze dell’ordine. E appariva terrorizzata.

I militari si sono precipitati all’interno della palazzina a tre piani: l’albanese è stato bloccato mentre cercava di far rientrare a forza quella donna che, in realtà, era un ragazzo.

Poco dopo per Kone sono scattate le manette. Il 21 enne ha raccontato che, la sera di lunedì, aveva cenato con un amico alle cucine popolari. Non sapeva dove passare la notte e l’accompagnatore aveva proposto di trovare ospitalità a Vicenza.

I due si erano diretti verso la stazione ferroviaria: nel piazzale l’incontro con l’albanese: «Perché non vieni a dormire a casa mia?».

Il 21enne, da solo, aveva accettato. Da qui la decisione di seguire Adam Kone fino all’appartamento in via delle Cave dove gli era stata mostrata la sua “stanza”. Poi l’albanese – continua sempre il racconto della vittima – aveva cominciato a fare delle avances parlando addirittura di matrimonio e di una vita insieme. D’improvviso il cambio di tono con la pretesa di rapporti sessuali, nonostante poi avesse compreso di non essere di fronte a una donna. Tutto inutile.

Le violenze sono durate ore. Fino a quando il 21enne, scappando dalla camera da letto, si è chiuso in bagno, ha aperto una piccola finestra e si è catapultato sulla terrazza urlando la richiesta d’aiuto. Nella palazzina di Chiesanuova alcuni alloggi sono stati presi in locazione dalla coop padovana che, oltre a offrire servizi agli anziani, gestisce l’ospitalità dei profughi nel territorio sistemati in appartamenti in varie zone della provincia.

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