Suor Sandra racconta dal monastero le fiabe di Rodari con i suoi burattini

MONSELICE
«Un sorriso al giorno in casa, fa scappare il virus di torno», questo è il motto di suor Sandra Marin che ogni giorno alle 18 incanta centinaia di telespettatori di ogni età animando con i burattini le fiabe di Gianni Rodari. Un luogo di quiete e misticismo quello del monastero di Santa Cristiana a Santa Croce sull’Arno in provincia di Pisa, dove vivono quattro suore di clausura. Si tratta di un monastero molto particolare, collocato nel cuore del centro storico del borgo toscano, e quindi molto vicino alla comunità che lo abita. Per questo le monache hanno voluto far sentire la loro vicinanza alla popolazione in questo momento critico dovuto all’emergenza data dal Covid-19, ma non si sarebbero certo aspettate di avere un successo nazionale, che ha portato suor Sandra a far parlare del suo progetto anche nelle reti Rai e a diventare un influencer nel canale social media di Youtube.
L’idea di creare un appuntamento fisso con “Le storie di suor Sandra” è nata dopo una prima diretta video in Facebook di letture, in collaborazione con la biblioteca, a cui aveva partecipato anche il sindaco di Santa Croce: «il nostro parroco poco dopo ci ha detto: perché non facciamo anche noi qualcosa per i bimbi, dato che sei così brava a raccontare favole?», commenta suor Sandra, «ed io ho pensato subito che era giusto condividere e mettere a disposizione il mio dono, soprattutto in questo momento difficile».
In pochissimo tempo si sono organizzati e grazie alla collaborazione tecnica e web di un’emittente locale, ogni sera viene allestito un piccolo set all’interno del convento, dove la monaca mette in scena uno spettacolo originale e coinvolgente, non solo per i bambini, dato che una grandissima parte dei telespettatori ha finito la scuola da un bel po’ di tempo. «I burattini sono la mia passione, ne conservo oltre duecento, mi piace molto animare in questo modo le favole di Gianni Rodari, di cui quest’anno ricorre il centenario. Ma anche le favole di Roberto Piumini, che conservano una forte intonazione moraleggiante. Poi ricreerò anche altre storie se questo cammino sarà ancora lungo».
I telespettatori si sono subito accorti del “dono” prezioso della religiosa e sostengono il progetto con un grandissimo numero di visualizzazioni oltre che con telefonate e messaggi. «I bambini ci telefonano, ci scrivono messaggi, mail e lettere assieme ai genitori. Siamo davvero felici di aver portato un poca di gioia nelle famiglie».
Quello che ha stupito di più suor Sandra è stato il successo presso il pubblico adulto: «Credo che le persone abbiano bisogno di sorridere in modo semplice e spontaneo, come quando erano bambini». Sandra Marin ha avuto sin da piccola una predisposizione a raccontare storie, originaria di Monselice, classe 1952, appassionata collezionista di marionette, che costruiva artigianalmente con l’aiuto della madre addetta al confezionamento degli abiti per poi mettere in scena degli spettacoli casalinghi e per gli amici.
Il dono del racconto è sfociato nell’insegnamento, attorno agli anni ’90 lavora come maestra alla scuola materna della frazione del Carmine di Monselice, per poi formare i bambini delle scuole della frazione di Marendole, del comune di Granze, Castelnuovo di Teolo e Galzignano Terme. All’attività di insegnamento coniuga quella di cronista per il Mattino di Padova, dove è corrispondente di provincia per la Bassa padovana per circa cinque anni, iniziando alcuni dei redattori. «Sono legatissima a Monselice e prima di questa emergenza venivo a trovare mio fratello e gli amici ogni due mesi. Mi auguro di poter tornare presto in Veneto, anche per salutare e ringraziare i bambini e gli amici che in questi giorni mi hanno scritto per ringraziarmi per le favole che li hanno intrattenuti durante la quarantena».
Le altre monache però non sono da meno, suor Paola, suor Dina, e suor Mariacarla ogni mattina dopo la messa, sempre trasmessa online, propongono in streaming una meditazione tratta dai pensieri di Sant’Agostino. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova