Svuotata la ProPrestige Chiesti 5 anni per i vertici

Tre anni di vita societaria, una serie di contatti importanti, qualche faccia perbene grazie alla quale racimolare soldi e, alla fine, è rimasta solo una scatola vuota con fiumi di danaro finiti chissà dove: è il destino di ProPrestige srl, sede a Padova in piazza Duomo. Ieri il pm Luisa Rossi ha chiesto la condanna a 5 anni di carcere per gli ex vertici della società, l'ex amministratore delegato (dal 13 maggio 2011 amministratore unico) Fabio Viero, 51 anni residente a Padova in piazza del Santo, e l'ex socio nonché presidente del consiglio di amministrazione Ugo Antonio Barchiesi, 61 anni, originario di Matera ma residente a Padova in corso Vittorio Emanuele Filiberto, tra l’altro socio della Società Agricola Serramarina srl. L’accusa contestata? Bancarotta fraudolenta aggravata dal fatto di aver cagionato un danno di rilevante gravità, per una cifra destinata a sfiorare i 7 milioni di euro. I difensori degli imputati hanno chiesto l’assoluzione insistendo per la totale mancanza di responsabilità. In aula si è costituita parte civile la curatela fallimentare (il curatore è il commercialista Michele Antonucci) tutelata dall’avvocato Luca Voltan che ha presentato il conto. E ha reclamato un risarcimento per 6.824.545 euro. È stata rinviata al 29 aprile la sentenza che sarà pronunciata dal gup Mariella Fino nell’ambito di un giudizio abbreviato.
Attraverso ProPrestige (nata il 22 ottobre 2010 per realizzare investimenti immobiliari di prestigio e dichiarata fallita dal tribunale il 10 ottobre 2013) ai due si contesta di aver messo a segno tre operazioni contrattuali definite “dolose” nel capo d’accusa. La prima: è il 2 novembre 2010 quando viene stipulato un contratto di associazione in partecipazione tra ProPrestige (nel ruolo di associata) e Società Agricola Serramarina (nel ruolo di associante). Con l’accordo, la prima si impegna a versare (e, concretamente, versa) alla seconda un milione e 400 mila euro oltre all’Iva (per un totale di 1.680.000 euro) per acquistare il patrimonio tecnologico dell’impresa (le conoscenze nel campo dell'agricoltura biologica e della gestione dei contratti di programma agevolati, in pratica il know how aziendale). Eppure non è un periodo positivo per Serramarina che, dal 2005, ha risultati di esercizio negativi mentre il capitale sociale è di appena 10 mila euro. Nessuna specificazione di quale sia realmente il “know how” della società agricola che vanta contratti di fornitura (sulla carta) con Cirio e Aspiag Service (Despar), ha sede a a Bernalda in provincia di Matera e legale rappresentante Giuseppe Flaviano Massimo Barchiesi, fratello di Ugo Barchiesi. L’operazione è stata “bocciata” dal curatore fallimentare Antonucci secondo il quale «la relazione che si riferiva al piano industriale era datata rispetto alla data dell’investimento...», in più era «riferita al gruppo Serramarina, un insieme di società estranee al contratto di associazione in partecipazione fatta eccezione per la Società Agricola Serramarina srl...». Nel marzo 2011 si verifica un’inondazione che distrugge i frutteti dell’azienda agricola finanziata. Ecco la giustificazione della difesa: a causa di quell’evento imprevedibile, per qualche anno era stata di fatto bloccata la produzione della Società Agricola su cui si fondava il ricavo di ProPrestige. Va male pure un altro contratto che costituisce la seconda operazione. Un contratto sottoscritto il 14 aprile 2011 tra Barchiesi e ProPrestige: prevede l'acquisizione da parte della società del 4,5% del credito di 48 milioni di euro (la percentuale è pari a 2.160.000 euro) vantato da Banca Alpe Adria nei confronti della società Svhot Gmbh e Svapp Gmbh. Credito che l'imprenditore si impegna a rilevare personalmente. ProPrestige paga a Barchiesi 2.944.545 euro in tre tranche (il 10 giugno e il 20 ottobre 2011 e nel gennaio 2012). Tuttavia l'accordo salta, la cessione del credito non si perfeziona e Barchiesi non restituisce un soldo. Infine terza operazione “sotto accusa”: attraverso un preliminare datato 25 novembre 2011, ProPrestige si impegna a comprare da Barchiesi il 6% del suo capitale in Cts Gmbh per 2.200.000 euro, versando due rate saldate il 2 e il 6 dicembre 2011. Altra via di fuga di danaro dalle casse di ProPrestige che, nel 2011 tramite un private banker, raccoglie ben 4.400.000 euro tra noti risparmiatori (i calciatori professionisti Luca Toni, Bosko Jankovic, Sebastian Frey, Riccardo Montolivo e l'assessore comunale Maurizio Saia) per l’acquisto da Hypo Alpe Adria Bank del complesso Schloss Hotel, antico castello austriaco sul lago. Acquisto mai perfezionato per il quale era stato concesso da una nota banca un finanziamento di 2.200.000 euro. Ma questa è un’altra storia: sul caso c’è un’inchiesta per truffa.
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