Tagliato il gas, 22 famiglie al freddo da oltre un anno

CHIESANUOVA. Un condominio inserito in un contesto residenziale, 24 mini appartamenti, due in vendita all’asta e 22 abitati da famiglie, anziani e bambini. 553 giorni senza gas, acqua calda e riscaldamento: un anno e mezzo. Un amministratore condominiale che da alcuni giorni ha in mano una notifica di revoca giudiziale. Tanta rabbia, quella degli inquilini che da un anno combattono a suon di cause e avvocati. È la difficile realtà di una palazzina di via Ulisse Dini, al civico 33, nel quartiere di Chiesanuova.
Frigorifero. Un condominio come tanti, dove vivono soprattutto italiani. Varcato il cancello e attraversato il breve vialetto che porta all’ingresso sembra di entrare in un frigorifero. Nell’appartamento di Roberto Ganz, medico di origine savonese che da anni vive tra Padova e la Liguria, e della moglie Dolores Micheli si arriva a 8 gradi, segnati dal termostato appeso all’entrata. Fa quasi più freddo in casa che fuori.
Il racconto. «Qui dentro bisogna stare con la giacca, finché si resiste. Poi i polpastrelli si fanno freddi e la punta del naso pure, non si può rimanere a lungo in casa», dice il signor Ganz che, dopo oltre un anno, insieme ad altri residenti del condominio, ha deciso che era giunto il momento di parlare. Di far sapere a tutti in che condizioni versa il condominio al civico 33 di via Ulisse Dini, nominato anche “Condominio Saturno”. «Da oltre un anno il nostro amministratore condominiale ha staccato il gas, che era centralizzato. Il motivo? Dice che ci sono inquilini morosi. Ma il problema non è questo», cominciano a raccontare i coniugi Ganz, sostenuti dall’intervento telefonico di un altro inquilino, Silvano Benacchio. «L’amministratore voleva che tutti facessimo degli impianti di riscaldamento autonomi, per nulla convenienti in mini appartamenti come questi. Dunque cos’ha fatto? Con la scusa degli inquilini morosi ha staccato il gas».
Impianti fai da te. E questo da oltre un anno. C’è chi però si è arrangiato. Otto inquilini hanno provveduto a crearsi personali impianti che portassero in casa calore e acqua calda. «Si sono organizzati con impianti collegati al gas della cucina, con scarichi irregolari, con termostufe e fornellini. Alcuni hanno evidenti scarichi nelle terrazze, da cui esce non solo vapore ma anche monossido di carbonio e polveri sottili. Abbiamo più volte segnalato la situazione al Comune che è anche uscito con i suoi tecnici».
Rimedi. Gli altri sedici appartamenti sono invece al freddo. «Ci scaldiamo con il forno di solito», spiegano alcuni. «Lavarci? »desso che fa freddo lo facciamo al lavoro», dicono altri. Ma poi, oltre al problema del gas, diversi inquilini lamentano la cattiva gestione dell’amministratore condominiale, che proprio la settimana scorsa ha ricevuto notifica di revoca giudiziale.
Lamentela. «Fa dei consuntivi per nulla chiari, ci carica di spese enormi: noi dovremmo pagare 8 mila euro all’anno di spese condominiali per un appartamento di 34 metri quadrati. Non ci presenta mai una fattura e anche le assemblee, una al mese almeno, non si svolgono in maniera regolare», sostiene Roberto Ganz. «E questo non avviene solo nel nostro condominio ma anche in un altro amministrato da lui, il condominio Storlato dell’omonima via».
La difesa. Anche qui più di qualche condomino è in causa con l’amministratore. Amministratore che però si difende: «Quello che è successo è esclusivamente causa di un gruppo di inquilini morosi, che sono gli stessi che portano avanti una guerra contro di me perché da un anno ho iniziato a mandargli i decreti ingiuntivi», spiega Paolo Correzzola di Amministrazioni immobiliari Mazzini. «Sicuramente presenterò ricorso nei dieci giorni previsti per legge e nel frattempo continuerò a esercitare la mia professione, in maniera onesta, come ho sempre fatto».
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