Tasi, scure seconda casa Padova tra le più care

Stime Federconsumatori: per una prima abitazione si pagheranno 485 euro Zampieri (Comune): «Nulla di deciso, ma le rendite catastali vanno riviste»
Di Riccardo Sandre
BARSOTTI - CENA SANTA LUCIA. rettore zaccaria
BARSOTTI - CENA SANTA LUCIA. rettore zaccaria

PADOVA. Padova rischia di essere il quinto capoluogo d’Italia più caro per la Tasi. Stando ai dati forniti da Federconsumatori e Creef ed applicando l’aliquota massima del 2,5 per mille per un’abitazione A2 di 100 metri quadri in città, un nucleo familiare di 3 persone rischia di pagare 485,65 euro per una prima casa. Quasi il doppio della media nazionale calcolata (sulla base degli stessi dati) in 231,71 euro. Rispetto alla media dell’Imu 2012 si tratterebbe di circa il 30% in meno ma comunque sarebbero 485,65 euro in più da sborsare rispetto all’anno scorso. Una cifra inferiore solo a quelle ipotizzate per Roma, Torino, Bologna e Milano.

«Fermo restando che sulla Tasi l’ultima parola starà al Comune di Padova, rimane difficile da giustificare il ritorno, sotto altro nome, di un’onerosa tassa sulla prima casa», dichiara Mara Bedin, presidente di Federconsumatori Padova, «soprattutto considerando le difficoltà sempre crescenti che le famiglie padovane vivono in questi anni di crisi. Oltretutto, una parte consistente di quel patrimonio immobiliare è soggetto a mutui che le famiglie fanno già difficoltà a restituire». E se lo shock da Tasi rischia di essere forte per i proprietari di un’abitazione principale, la spesa di chi dovrà fare i conti con una seconda casa, pur meno traumatica rispetto all’anno precedente, sarà decisamente più onerosa: a metà giugno infatti si correrà il rischio di pagare (per un’abitazione A2 di 100 metri quadri occupata da un nucleo familiare di 3 persone) 2.576 euro. Questo il conteggio medio sommando l’aliquota Imu attuale del 10,2 per mille all’addizionale dello 0,8 per mille prevista dalla Legge di Stabilità. Un aumento di soli, si fa per dire, 187 euro circa rispetto al 2013. Si tratta di cifre consistenti ma che il comune tende a ridimensionare: «Abbiamo osservato spesso come questi calcoli rischiano di corrispondere davvero poco alla realtà che di volta in volta va a configurarsi» dichiara Umberto Zampieri, assessore ai tributi e al polo catastale del comune di Padova, «guardando questi dati però non si riesce a non pensare che sono sempre le città del nord in testa alle classifiche. È da tempo che chiediamo una riforma del catasto che limiti sperequazioni e ingiustizie che colpiscono al Nord più che altrove». Ma se è vero che Padova ottiene il quinto posto nella classifica stilata da Federconsumatori sui i capoluoghi più cari d’Italia anche per quanto riguarda le seconde case, l’incertezza relativa alla spesa reale che i cittadini dovranno affrontare rimane consistente.

«In questa fase non possiamo che indicare delle priorità» ha spiegato Zampieri «che garantiscano il più possibile i nostri concittadini. In primo luogo cercheremo di contenere le spese per le attività produttive che rischiano di essere fortemente colpite dalla nuova tassa. Alcuni sgravi saranno poi previsti per chi affitta casa in regime di canone concordato e per gli immobili degli italiani residenti all’estero, molto colpiti dalla tassazione attuale. Nel frattempo è nostra intenzione trovare il modo di dare degli sgravi anche per chi ha ceduto a titolo gratuito a figli e parenti una seconda abitazione».

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