Tassa sull’ombra abolita dopo novant’anni

La pagavano 780 negozi e 335 venditori ambulanti. L’assessore Bressa: «Un aiuto alle nostre attività economiche»



La tassa sull’ombra viene abolita dopo novant’anni. Era stata introdotta nel 1931, in piena epoca fascista, e garantiva un incasso al Comune di circa 150 mila euro l’anno. «È un segnale che abbiamo voluto dare e che porta un beneficio diretto a 780 negozi, di cui 317 beneficiati già dalla prima esenzione del 2019, e a 335 venditori ambulanti», ha spiegato l’assessore al commercio Antonio Bressa che ha anche annunciato l’intenzione di Palazzo Moroni di adottare un nuovo Canone Unico Patrimoniale, così come introdotto dalla legge di Bilancio 2020. Imposta che sostituisce e fonde insieme la Cosap, ossia il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche e l’Icp, e l’imposta comunale sulla pubblicità. Nel caso dell’occupazione di aree e spazi destinati ai mercati il canone unico prende il nome di “canone mercati” ed assorbe anche la corrispettiva Tari.



Il nuovo regolamento approderà martedì prossimo in giunta e il 26 aprile in consiglio comunale. «Abbiamo deciso di procedere con alcune importanti semplificazioni estendendo le esenzioni – ha sottolineato Bressa – In questo momento storico abbiamo voluto concentrare l’attenzione sulle attività commerciali messe a dura prova dalla pandemia. Già per l’anno 2019 avevamo previsto un’esenzione per le tende e le cappottine più piccole dei negozi (inferiori a 5 metri quadri), ma ora abbiamo voluto fare un passo importante in più, togliendo completamente la tassa relativa a tende e coperture che sporgono sul suolo pubblico, sia per i negozi che per i banchi di mercato. È la cosiddetta tassa sull’ombra, che almeno dal 1931 in poi ha costretto generazioni di commercianti al pagamento del tributo».



Nelle intenzioni di Palazzo Moroni si tratta di una misura strutturale legata a un’idea di fisco più semplice e vicino alle imprese e che va a sommarsi alle esenzioni già previste per il periodo Covid in favore di plateatici e stalli di mercato, completamente esenti almeno fino al 30 giugno. «Siamo al fianco delle attività economiche per favorire la ripartenza e questi segnali concreti lo testimoniano, al pari del grande sforzo per mettere a disposizione spazi di suolo pubblico all’aria aperta – aggiunge Bressa – È prevista anche una cifra simbolica forfettaria di 5 euro a metro quadro per le occupazioni dovute dall’estensione su suolo pubblico di edifici per la realizzazione di cappotti termici o rivestimenti finalizzati al risparmio energetico, in modo da favorire questa tipologia di interventi».—



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