Tassista abusivo per sopravvivere

PONTE DI BRENTA. A 62 anni suonati, sposato, con tre figli in casa, residente a Ponte di Brenta, è rimasto senza lavoro, senza pensione e senza alcun tipo di sussidio sociale. Da un anno cerca una...

PONTE DI BRENTA. A 62 anni suonati, sposato, con tre figli in casa, residente a Ponte di Brenta, è rimasto senza lavoro, senza pensione e senza alcun tipo di sussidio sociale. Da un anno cerca una nuova occupazione bussando a tutte le porte ma, fino ad oggi, nessuno gli ha aperto.

Tante volte è andato a fare la fila allo sportello del Centro per l’impiego alla Stanga ma, ormai, ha preso coscienza che quello, per lui, è il posto meno indicato per trovare lavoro. Pur di ritornare a lavorare, le sta provando tutte.

Nei giorni scorsi, facendo bene attenzione che nessuno lo vedesse (ed in particolare i vigili urbani), ha affisso alla fermata del tram in stazione una serie di bigliettini gialli, vergati a mano, in cui è scritto: «Moto(con casco), auto-taxi. Dalle 7 alle 22. Telefonare al numero 347...». In pratica sta tentando di lavorare come tassista abusivo. «In un servizio televisivo ho visto che a Roma i tassinari abusivi lavorano più di quelli regolari» racconta al telefono con la voce che denota subito una situazione umana molto commovente «così ho provato questa strada: nella mia vita ho fatto vari lavori, non mi tiro indietro. Negli ultimi anni sono stato assunto in una cooperativa sociale che presta servizio anche per il Comune. Poi è arrivata la tristissima notizia del licenziamento perché sono stato considerato in esubero. Ho deciso di lavorare in nero come tassista abusivo perché, in casa, per fortuna, mi ritrovo ad avere una moto, e mi sono inventato taxista - prosegue - so benissimo di trasgredire le leggi vigenti ma, se sono arrivato a questo punto, è anche perché, se una persona ha più di 60 anni e non è né cassaintegrata e né pensionata, non riceve una mano da nessuno. Eppure mi sento un uomo ancora con tanta voglia di lavorare e di vivere a testa alta sia all’interno della mia famiglia che tra la gente che incontro per strada».

Il potenziale tassista abusivo non lo dice apertamente perché ha una grande dignità personale, ma fa ugualmente capire che spera che chiunque legga la sua storia drammatica lo contatti per offrirgli un qualsiasi tipo di lavoro. (f.pad.)

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