Telefono Amico, mezzo secolo per gli altri «Una voce per andare oltre la solitudine»

L’associazione compie 50 anni: stasera incontro al teatro Ruzante e domani l’inaugurazione del murale di Tony Gallo 

L’intervista

Compie 50 anni Telefono Amico di Padova (199. 284284) e, per l’occasione stasera alle 21 al teatro Ruzante organizza la tavola rotonda “Oltre la solitudine” a cui partecipano la psicologa Maria Rita Parsi, il filosofo Umberto Curi e il giovanissimo scrittore Rocco Civitarese. E domani inaugurazione del murales sul palasport Arcella che Tony Gallo ha regalato a Telefono Amico con iniziative varie dalle 16. 30 alle 21. Cristina Rigon, 49 anni, di lavoro responsabile del servizio clienti dell’Oviesse, è la presidente di Telefono Amico Padova e la vice presidente nazionale di Telefono Amico.

Dottoressa Rigon, cos’è Telefono Amico?

«È un’associazione che si occupa di ascoltare persone in stato di disagio, è un punto d’ascolto che si avvale solo di volontari, a Padova sono 60».

Che tipo di formazione ci vuole?

«Abbiamo un corso di sei mesi teorico e pratico, per mettere il volontario, che può essere chiunque, nelle condizioni di gestire una relazione di aiuto».

Come avviene l’aiuto?

«L’aiuto è pensato per quel momento difficile che sta passando chi telefona, non cerchiamo di creare un rapporto duraturo ma di essere presenti in quel preciso momento. Ci sono persone che chiamano una volta e mai più e persone che ci chiamano da decenni».

Indirizzate gli utenti anche verso altre strutture?

«Il nostro non è un servizio interventista, poi noi siamo in rete e rispondiamo a telefonate da tutt’Italia. Se il volontario capisce che c’è una necessità urgente indirizza la persona ai numeri istituzionali o nel caso di donne maltrattate al Telefono rosa».

Quali sono le richieste maggiori?

«Essere ascoltati, potersi esprimere liberamente senza sentirsi giudicati e avere la possibilità di esprimere le proprie difficoltà nel modo più aperto su temi difficili dei quali non si ha il coraggio di parlare né con gli amici né con la famiglia, se ci sono».

Qual è l’età media degli utenti?

«Dai 45 ai 56 anni, maschi, a livello italiano soprattutto dal Nordest e dal Nordovest. Da due anni abbiamo aperto un Telefono amico su whatsapp e qui gli utenti sono più giovani, tra i 19 e i 45 anni in prevalenza donne».

Cambiano le richieste?

«È sempre la solitudine, l’isolamento che non permette loro di rivolgersi alla rete di parenti o amici, la difficoltà di relazione. È il 21% dei casi».

I dati di Padova?

«A Padova riceviamo cinquemila chiamate l’anno, che sono il 10% delle chiamate che arrivano in tutt’Italia».

Ci sono stati casi che l’hanno colpita in modo particolare?

«Ogni storia è a sé, ci sono persone che parlano di suicidio o violenze subite in famiglia o persone che raccontano di essere attratte dai bambini. Noi siamo un canale privilegiato per tutte le parafilie proprio perché sono argomenti difficili da ammettere anche a se stessi. Con noi parlano ed è un modo per far emergere il problema». —

Alberta Pierobon

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI



Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova