Teneva prigionieri in casa gli anziani genitori

Un cinquantenne, gravemente disturbato, già condannato per tentato omicidio Arrestato per maltrattamenti in famiglia, è stato però portato allo psichiatrico

La drammatica, terribile storia di due genitori di 75 e 76 anni e di uno dei loro due figli, A. M., 51 anni, con il quale convivenano, prigionieri del suo violento e straziante disagio psichico. Da lui costretti a non uscire mai dall’appartamento in via Anelli, da lui picchiati, spiati, controllati in ogni minuto del giorno e della notte. Due genitori lasciati soli, terrorizzati e stremati, alle prese con le ossessioni, le paranoie, la sofferenza di un amatissimo figlio. Inermi e con il cuore devastato di fronte alla sua aggressività, mani strette al collo comprese, almeno dal 2006. Anno in cui A. M. perse il lavoro da impiegato in una fabbrica di alcuni parenti per via del suo comportamento. Anche se, già prima, era preda di forte squilibrio psichico: nel 1998 imbracciò una balestra e piantò una freccia sul collo di un uomo nigeriano in via Anelli. Il tutto per futili motivi. Fu condannato per tentato omicidio a 1 anno e 6 mesi.

Da mesi la situazione era ulteriormente precipitata: da settembre A.M. non usciva di casa, se ne stava rinchiuso a guardare la televisione e martoriare i genitori. Il fratello, di pochi anni più giovane, e che abitava con loro, un anno e mezzo fa se n’è andato. Ha scelto di salvare se stesso, di allontanarsi da quella famiglia sprofondata nel baratro, per aiutare la quale nessun amore, nessuna dedizione, nessuna buona volontà serve: serve solo la presa in carico da parte dei servizi sociali e psichiatrici. Che non c’è mai stata. Fino ad ora, almeno. Ora che A. M. è stato prelevato (l’altro ieri) dalla polizia su ordine di custodia cautelare per maltrattamenti in famiglia. Ma per decisione del pm Dini e del gip invece che in carcere è stato trasferito nel reparto di psichiatria: lì almeno, finalmente, faranno una diagnosi, stabiliranno una terapia, lo prenderanno in carico, farmacologicamente. Poi, in carcere andrà. Non è stato facile intervenire per la polizia, che altre volte era stata chiamata in quella casa ma, nonostante la madre fosse spesso finita al pronto soccorso, poi era pronta a minimizzare l’accaduto. Sempre sperando che le cose cambiassero. Invece sono peggiorate.

Per far uscire di casa i genitori, praticamente tenuti prigionieri dal figlio, è stato usato un escamotage: la telefonata del direttore del vicino ufficio postale che li convocava per delle comunicazioni. Il figlio li ha fatti uscire, e i due anziani sono stati presi in consegna dai poliziotti e portati in commissariato alla Stanga dove, con angosciata delicatezza, gli agenti hanno raccolto le loro testimonianze a comprovare l’urgente gravità della situazione. Poi li hanno accompagnati a casa dell’altro figlio fino a che andavano in via Anelli a prelevare A. Il quale, prima agitato, poi ha ceduto e si è lasciato accompagnare in ospedale psichiatrico.

Alberta Pierobon

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