Tentò di accoltellare la madre il giudice lo condanna a 5 anni

Riconosciuto a Vittorino Boni di Brugine un vizio parziale di mente: sarà affidato a una comunità La donna, vittima di maltrattamenti anche prima dell’aggressione, ha chiesto un euro di risarcimento
Di Cristina Genesin
BELLUCO..CASERMA CARABINIERI PIOVE BELLUCO..CASERMA CC PIOVE
BELLUCO..CASERMA CARABINIERI PIOVE BELLUCO..CASERMA CC PIOVE

BRUGINE. Nella notte tra il 27 e il 28 gennaio 2014 aveva impugnato un coltello, sferrando dei fendenti contro la madre: lei era andata a dormire, forse il figlio sperava di sorprenderla nel sonno. Per fortuna è andata diversamente: la donna s’era svegliata, aveva reagito con la forza della disperazione ed era riuscita a scappare in giardino dove, grazie al cellulare, aveva chiamato in aiuto i carabinieri. Ieri è arrivata la sentenza di condanna per quel figlio, Vittorino Boni, 50 anni, arrestato l’indomani con l’accusa di tentato omicidio e di maltrattamenti in famiglia. Il gup padovano Margherita Brunello ha inflitto cinque anni di carcere all’uomo, riconoscendo il vizio parziale di mente e un risarcimento simbolico di un euro chiesto e ottenuto dalla mamma-vittima (costituita parte civile con l’avvocato Annamaria Alborghetti). Il giudice ha anche stabilito che, a pena espiata, l’imputato sarà soggetto a tre anni di libertà vigilata. Un buon risultato per il difensore, l’avvocato Carlo Bermone che ha preferito evitare il processo, imboccando la strada del rito abbreviato (rito che, per legge, prevede lo sconto di un terzo della pena) condizionato allo svolgimento di una perizia psichiatrica. Perizia concessa dal giudice: medico incaricato, il dottor Ivan Pertile del Centro di salute mentale dell’Asl 13 di Mirano. L’esperto aveva concluso che Vittorino Boni aveva un’infermità mentale al momento del fatto presente «sia in forma di patologia di tratto della personalità, sia in termini di stato di scompenso psicotico, sia ancora in forma di destrutturazione psico-organica della personalità da lieve deterioramento cognitivo». Lo psichiatra non ha escluso del tutto la sua capacità di intendere e di volere (di certo l’imputato si era reso conto di quello che stava facendo). Tuttavia il medico l’ha ridimensionata, ritenendola «grandemente scemata» nel momento in cui stava avvenendo l’aggressione. E per quanto riguarda la pericolosità sociale di Vittorino Boni? Secondo il dottor Pertile può essere contenuta con un idoneo programma terapeutico e l’affidamento a un servizio di cure. Ecco perché – in attesa del deposito delle motivazioni della sentenza tra una trentina di giorni e del successivo appello – l’avvocato Bermone si prepara a chiedere il trasferimento del cinquantenne dal carcere, dove si trova dal giorno dell’arresto, a una comunità in cui possa essere curato e seguito. Vittorino Boni è invalido al 100%, ha un passato di tossicodipendenza e problemi sia fisici che psichici. Era seguito dal Centro di igiene mentale di Piove di Sacco. La mattina del 27 gennaio mamma e figlio avevano avuto l’ennesimo litigio: la donna aveva insistito affinché Vittorino assumesse i farmaci prescritti dagli psichiatri, mentre lui tentava di sottrarsi ai consigli medici.

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