Test falsi per i permessi di soggiorno

Coppia padovana in manette, 6 mila attestazioni rilasciate da un’agenzia di pratiche per immigrati

Seimila prove di italiano false, come dire seimila immigrati che hanno ottenuto il permesso di soggiorno e pure la cittadinanza gabbando la legge. Bastava rivolgersi alla Diffusion World di Mestre, con varie sedi in tutta Italia, e l’immigrato era certo di ottenere la certificazione sulla conoscenza della nostra lingua. Lo straniero pagava 35 euro di iscrizione al corso mentre per la promozione certa dai 450 ai 700 euro e il gioco era fatto. L’imbroglio è stato scoperto dalla Squadra Mobile di Modena che martedì mattina ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare decapitando il gruppo. Sono stati arrestati: Fernando Lanuti, 40 anni, padovano residente a Marghera; la compagna Susanna Penzo, (47), anche lei padovana; Simona Pagani, (49), Caldenasco (Pc); Mostafa Sourour, (59), marocchino; e Taoufik Ammar, (45), tunisino, questi ultimi due residenti a Modena. Solo Lanuti è finito in carcere, mentre gli altri sono ai domiciliari.



Complessivamente sono state indagate altre 25 persone, Le indagini hanno fatto luce sul sistema che faceva capo al un “Centro di Formazione Linguistico” accreditato presso l’Università per Stranieri di Perugia, di Lanutti e della moglie, per il conseguimento, a seguito d’esame, dell’attestato di conoscenza della lingua italiana da parte degli stranieri che ne facevano richiesta, ai fini del rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo. Esame che, attraverso telecamere installate dai poliziotti della Squadra Mobile di Modena, si è dimostrato essere assolutamente fittizio visto che gli stranieri venivano forniti delle risposte già compilate da cui copiare o comunque venivano aiutati dalla commissione compiacente. Un giro di affari che, nelle sedi d’esame sparse in varie città del nord Italia, fra Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna, ha coinvolto più di 6000 stranieri i quali, a fronte di svariate centinaia di euro, richiedevano ed ottenevano, pur non ricorrendone i requisiti, l’ambito certificato “CELI” (certificato di lingua italiana) da cui è derivato il nome dell’operazione di Polizia. In due anni si calcola che l’imbroglio ha creato un giro di due milioni di euro. Tecnicamente questi seimila permessi ottenuto sono arrivati grazie al test falsificato.

L’indagine, spiegano gli investigatori è solo all’inizio. Infatti il sistema taroccato scoperto è lo stesso che viene usato in altre zone del nostro Paese. —
 

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