The Canyons imbarazzante e Lindsay sotto accusa

Nessuno scandalo, solo un film molto brutto. “The Canyons” di Paul Schrader (che qui alla Mostra è presidente della giuria Orizzonti, e tanto basta per capire perché il suo ultimo film sia stato...

Nessuno scandalo, solo un film molto brutto. “The Canyons” di Paul Schrader (che qui alla Mostra è presidente della giuria Orizzonti, e tanto basta per capire perché il suo ultimo film sia stato selezionato al Festival) è un noir sull’ambizione girato in una Los Angeles in cui i cinema cadono a pezzi e i produttori non sanno neppure quali progetti stanno finanziando. Come l’annoiato e viziato Christian (il porno attore James Deen che offre il suo “profilo” migliore solo in una breve sequenza frontale, mostrando, per tutto il resto del film, solo una gran faccia da schiaffi) che ama la sua fidanzata Tara (Lindsay Lohan, per lei il discorso è un po’ più lungo) ma non disdegna di concederla a coppie di scambisti per il suo piacere voyeuristico. Nonostante ciò, quando non è lui a decidere come a quando Tara possa tradirlo, si incazza non poco: a farne le spese l’amante di lei, un bambolotto biondo (Nolan Funk) che nella finzione (ma nella realtà non pare da meno) è un pessimo attore, per giunta spiantato. Prima di un finale in puro stile Bret Easton Ellis (che scrive la sceneggiatura), tra una frase vuota (“c’è qualcuno che è felice”) e sguardi in macchina al limite del ridicolo, c’è il tempo di vedere un’orgia a quattro (neppure troppo spinta) e due nudi (non integrali) della Lohan. Il problema dell’attrice americana non è tanto come reciti, ma cosa abbia fatto prima di recitare per essere così sfatta, molle, di un pallore lattiginoso. Dovrebbe interpretare una femme fatale, oggetto dei desideri sessuali e delle gelosie di due maschi, e invece, nelle sequenze hot, si presenta sempre con un paio di mutandoni della nonna, trucco alla Liz Taylor (ultimi anni) e acconciature che la invecchiano terribilmente. Un ritratto deprimente che Schrader sembra immortalare in modo quasi compiaciuto, per non dire crudele, forse parte integrante esso stesso del sotto-testo saggistico sul disfacimento del cinema, su un’industria collassata e decrepita. Schrader definisce Lohan un’attrice di talento: ma per quanto riguarda il suo comporamento (il forfait all’ultimo momento al Lido) la definisce «inqualificabile”. Sedici mesi di lavoro con lei, assicura, sono stati un incubo.

Marco Contino

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