Tnt-Fedex “internalizza” 160 lavoratori

Legalità, stabilità, qualità del servizio. Sono parole rivoluzionarie nel mondo della logistica, dove il precariato, lo sfruttamento e l’evasione trionfano largamente in nome del business. Ecco perché non è esagerato definire storico l’accordo - il primo in Italia di questo tipo - sottoscritto da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti di Padova. Grazie al quale dal 1 maggio i 160 dipendenti delle cooperative che lavorano al servizio di Tnt-Fedex potranno passare alle dipendenze dirette della multinazionale, conservando tutti i diritti economici e normativi acquisiti negli anni.
Oggi in Italia tutti i corrieri espressi si avvalgono di consorzi e cooperative a cui affidano i servizi in appalto. È un sistema che sta in piedi con meccanismi sul filo della legalità, e talvolta andando anche oltre. I contributi dei lavoratori non sono sempre pagati, consorzi e coop che si aggiudicano i contratti al ribasso hanno spesso vita breve, falliscono lasciando conti in sospeso e a volte risorgono con altri nomi. E alle aziende committenti, che non hanno controllo sul servizio, non garantiscono comunque servizi di qualità. Perciò i sindacati definiscono una «breccia nel sistema» l’accordo siglato a Padova con Tnt-Fedex. «È un primo passo verso un nuovo modello che superi il sistema degli appalti per dare a questo settore stabilità, organizzazione, garanzie di qualità e rispetto dei tempi».
L’importanza di questo passaggio è enorme sotto tanti punti di vista. Fedex, che ha acquisito Tnt nel 2016 e che ancora sta completando il processo di integrazione fra le due realtà aziendali, riconosce implicitamente il polo di Padova come il più importante del Nordest. È anche il quinto in Italia per numeri, con 15 mila colli ricevuti ogni giorno e 35 mila movimentati. A Padova il cantiere Tnt è il secondo per importanza dopo Brt. E 160 lavoratori - alcuni dei quali con una ventina d’anni di anzianità nell’orbita di Tnt - costituiscono di fatto una media impresa. «Se poi consideriamo che fra questi 160, il 90% sono stranieri e che in Fedex finora c’erano solo italiani, si intuisce la portata di questa internalizzazione», sottolinea Romeo Barutta della Filt Cgil del Veneto.
L’accordo prevede che i lavoratori, sia quelli a tempo determinato che a tempo indeterminato, abbiano tre opzioni: passare in Tnt-Fedex dall’1 maggio mantenendo anzianità e anche l’integrativo regionale; ricevere un bonus fino a 25 mila euro (in base all’anzianità) e restare nella società che li ha assunti; prendere una buonuscita (fino a 45 mila euro, sempre in base all’anzianità) e cambiare lavoro. «Le esigenze sono tante e diverse ma ci aspettiamo che quasi tutti scelgano la stabilizzazione», aggiunge Barutta. «Per noi come sindacati sarà ovviamente più semplice parlare con un unico interlocutore», sottolinea Marcello Greggio della Fit Cisl. «E per l’azienda», fa notare Giorgio Bullo della Uiltrasporti, «si può immaginare un vantaggio in termini di qualità del servizio, per esempio meno pacchi persi». D’altra parte un processo simile l’ha fatto la catena di supermercati Alì, che un anno e mezzo fa ha internalizzato i trasporti sottraendoli al sistema degli appalti. «E oggi», dice Bullo, «ha riscontrato un aumento della produttività del 20%».
Dentro Tnt-Fedex, considerando anche le attività di filiale ed hub e di servizio commerciale, lavorano 400 dipendenti. «Ed è pensando all’intera filiera, dove ci sono più di 200 nostri iscritti, che abbiamo siglato l’accordo», sottolineano i portavoce di Cgil Cisl e Uil, rispondendo così all’accusa mossa dai sindacati di base che hanno visto nell’accordo una forzatura. «Ma non è tempo di polemiche», dicono i tre, «perché questa è una vittoria per tutti. Significa una maggior qualità del servizio e migliori condizioni per i lavoratori». L’auspicio è che sia solo l’inizio e altri seguano la stessa strada. —
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