Torna alla luce l’antica scienza degli sciamani

di VERA MANTENGOLI
Una combriccola di musicisti, marionettisti e cantanti, capeggiati da due giovanotti ormai conosciuti nella zona, avanza lungo le strade della provincia di La Reja, nel dipartimento di La Paz, in Bolivia. Conducono il corteo Stefano Vanzin e l'amico Juan Mejía, in coda la televisione locale, pronta a filmare lo straordinario evento previsto nelle nove comunità di questo spicchio di territorio tra le Ande e la foresta amazzonica. In ogni villaggio gli anziani, uno vicino all'altro sulle sedie, attendono la consegna di un libro speciale che doneranno a un bambino. In realtà non stanno regalando soltanto un quaderno, ma un testamento culturale. Stanno consegnando ai giovani i segreti dei poteri curativi delle piante medicinali affinché non si perda la memoria e si vigili sulle richieste degli stranieri. In questo modo eviteranno i danni di una seconda colonizzazione, quella ambientale.
La storia di Yanna Bos Aya Leco (Plantas medicinales de los Lecos), edito da Plural Editores, ha le sue radici nella passione di un insegnante di Mestre, classe 1976, laureato in Scienze naturali a Padova e oggi etnobotanico: Stefano Vanzin, uno che ama fare le cose bene e in grande. Nonostante essere professori precari sia una fatica, l'educazione ambientale rimane uno degli ideali a cui non rinuncia. È a lui che si deve la creazione di un progetto pilota realizzato in Bolivia in una decina di anni, pronto per essere trapiantato qui. Il viaggio è raccontato attraverso una mostra fotografica, "Etnobotanica e agricoltura tradizionale", allestita nella Serra dei Giardini, gestita dalla cooperativa sociale Nonsoloverde (fino al 23 dicembre www.serradeigiardini.org).
Una volta terminati gli studi, Vanzin parte per il sogno di ogni etnobotanico, il paradiso della biodiversità: la foresta amazzonica. Qui conosce Juan, futuro compagno di viaggio. Insieme decidono di classificare le piante locali. Per conoscerle si rivolgono ai curanderi, i medici sciamani, che indicano le piante medicinali con una lingua dalle radici ignote chiamata lecos. Altro che classificazione di specie nuove. Sulle venature delle foglie sembra esserci scritta la storia di un mondo e le regole per convivere con la pacha mama senza deteriorare l'ambiente: per ben due volte, a rischio di vita per puntura di insetto, lui stesso viene curato con piante e latte di una specie di palma. Vede la differenza tra chi mette la dinamite in acqua per pescare e chi utilizza un intruglio di foglie per intontire momentaneamente i pesci, in modo da farli galleggiare per scegliere quali prendere, senza sprecare cibo. Il problema rimane quello di creare un modo per tramandare il sapere, senza attirare l'attenzione degli speculatori, soprattutto farmaceutici. Una sera una curandera gli propone uno scambio: lei gli racconterà i segreti di alcune piante, in cambio lui regalerà fogli e colori a suo figlio, appassionato di disegno. Stefano accetta. La povertà è tale che i quaderni vengono trattati quasi come oggetto di culto. Ecco allora l'illuminazione. Perché non creare un libro in cui i bambini possano conoscere le piante, l'antica lingua lecos e i segreti custoditi dai loro nonni? Il libro racchiude 465 ricette e un centinaio di piante, alcune conosciute anche da noi, come la coda di cavallo, l'ananas e il barbasco. Ognuna ha riportato il nome nella lingua tradizionale, trascritta su carta per la prima volta. Molte piante non sono illustrate in modo che sia il bambino, a disegnarle, preservandole da chi ne vorrebbe fare una fortuna. A piè pagina alcune note forniscono nozioni fondamentali per la tutela dell'ambiente come cosa sono energia, inquinamento e fotosintesi. La pagina più bella rimane però quella iniziale, dove ogni nonno scrive il suo nome e il nome del bambino a cui consegnerà i segreti. È festa il giorno della consegna del libro. Stefano e Juan hanno conosciuto molti viaggiatori che si sono uniti a loro. Le comunità attendono sotto alberi di pompelmi, preparando cibi prelibati. È la prima volta da molto tempo che un europeo si schiera dalla loro per salvaguardare le proprietà della Terra.
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