Torna la guerra al motocross «Se beccati, multe irrisorie»

ARQUà PETRARCA
Escursionisti dei colli sul piede di guerra contro i motociclisti appassionati del fuoristrada che scorazzano lungo la rete di sentieri del territorio dell’Ente Parco.
Gruppi di camminatori si lamentano del pericolo e dei danni che le moto da enduro creano tra i boschi, soprattutto quando il fondo è bagnato. Un problema non nuovo che si è riacutizzato dopo il lockdown.
Alcuni comuni, come quello di Torreglia, hanno deciso di inasprire i controlli. Una decina di giorni fa due centauri all’uscita da un sentiero del monte Solone sono stati multati nel centro di Luvigliano. Nei confronti della coppia di biker veneziani è scattato anche il sequestro del mezzo per tre mesi.
Il passaggio con qualsiasi mezzo motorizzato lungo i sentieri all’interno dell’area protetta è vietato dalla legge 38/89 istitutiva dell’Ente. A meno che non si tratti di strade sterrate classificate comunali.
Le zone maggiormente battute dalle moto nei fine settimana sono quelle del Mottolone, in comune di Arquà, del Roccolo sul monte Rua sopra Torreglia e del sentiero che da Castelnuovo scende verso il Passo del Vento, tra Teolo e Vo’.
«Non ci sono controlli adeguati e per chi viene beccato le sanzioni sono irrisorie», afferma il sindaco di Arquà Petrarca Luca Callegaro, componente della giunta dell’Ente Parco.
«Nel territorio del mio comune quella del pianoro del Mottolone, dove prima dell’istituzione del Parco c’era una pista da motocross, è la zona più battuta. Un paio di settimane fa ero con una troupe televisiva che stava facendo delle riprese per un video promozionale del territorio quando all’improvviso sono sbucati due motociclisti. Anni fa era nata l’idea di riservare un’area ai centauri. Ad esempio una cava dismessa dove dar sfogo alla loro passione. La proposta si è subito areata perché i motociclisti vogliono correre liberi. Alcuni arrivano a dire che, mal che vada, con 300-400 euro di multa corrono tutto l’anno». ––
Gianni Biasetto
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