Torre della ricerca grazie a Cariparo torna un “cervello”

Non più farmaci, ma cellule umane naturalmente programmate per guarirci: le nuove frontiere della medicina non si fermano alla chimica, ma puntano alla guarigione attraverso il nostro corpo. Non è...

Non più farmaci, ma cellule umane naturalmente programmate per guarirci: le nuove frontiere della medicina non si fermano alla chimica, ma puntano alla guarigione attraverso il nostro corpo. Non è fantascienza, ma uno studio di altissimo livello in corso a Houston, dove uno dei cinque scienziati nominati da Nature tra i più promettenti al mondo, Ennio Tasciotti, sta lavorando per dimostrare la fattibilità scientifica del progetto. Dal prossimo anno, il suo laboratorio si allargherà virtualmente fino a Padova, dove la collaborazione è già avviata da tempo: a gennaio sarà consolidata dall’arrivo del dottor Roberto Molinaro, 33 anni, che dopo la laurea in Italia (è di Catanzaro) e dottorato e postdoc a Houston, è andato a fare ricerca ad Harvard. Terminato il progetto tornerà in Italia grazie ad un finanziamento della Fondazione Cariparo, per lavorare alla Torre della Ricerca al fianco di Marco Agostini, genetista, ricercatore al Dipartimento di Scienze Chirurgiche.

«Le nanotecnologie applicate alla medicina» spiega Ennio Tasciotti, 39 anni, docente di Nanomedicina e direttore del Centro per la Medicina Biomimetica allo Houston Methodist Research Institute «sono conosciute da anni. Ma c’è un passaggio che blocca il trasferimento dal laboratorio al paziente, ed è che i materiali utilizzati sono sintetici. Il nostro corpo li riconosce come estranei e potenzialmente pericolosi, quindi li combatte come se fossero virus o batteri. Di qui l’idea di creare nanoparticelle ispirate alla natura, costruite con gli stessi mattoncini usati dal nostro corpo, come lipidi e proteine. Prendiamo delle cellule del sistema immunitario del paziente, purifichiamo la membrana e con quelle nanoparticelle creiamo un materiale organico, non sintetico».

Queste particelle sono state definite “biomimetiche”, ed hanno la capacità di riconoscere naturalmente una parte infiammata. «Ciò significa» continua Tasciotti «che permetteranno di curare moltissime patologie infiammatorie, dal morbo di Crohn alle malattie croniche intestinali. Ci sono già le prime evidenze e fra un paio d’anni potremmo arrivare alla dimostrazione. Le conseguenze potrebbero essere particolarmente positive soprattutto per i bambini, visto che tutti i farmaci in commercio sono testati su popolazione adulta».

La collaborazione Padova - Huston dura ormai dal 2010, ed è nata grazie ai contatti tra Mauro Ferrari (ceo dello Houston Methodist Research Institute) e il professor Donato Nitti, già direttore del dipartimento di Scienze Chirurgiche ed oggi a capo della Clinica Chirurgica 1. «Ho sempre pensato che accanto alla chirurgia» spiega l’accademico «dovesse esserci un buon laboratorio. Così ne abbiamo creato uno per la ricerca molecolare, grazie al quale abbiamo incontrato il gruppo di Ferrari e Tasciotti». Dal ’91 ad oggi, Nitti ha raccolto più di ventimila campioni prelevati direttamente dalla sala operatoria, creando una banca dati unica in Europa, e invidiata da molti.

Silvia Quaranta

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