Torreglia obbligata a risparmiare 2,5 milioni
Il Comune vince la maxi-causa per un esproprio, ma non può comunque toccare le risorse accantonate

TORREGLIA. Nel 1991 il Comune di Torreglia non ha commesso alcuna irregolarità nella procedura di esproprio dei terreni di via Falcone per realizzare il piano di edilizia popolare (Peep). A distanza di oltre un quarto di secolo la Corte di Cassazione ha dato ragione all’ente e ha condannato i privati (le sorelle Baù) alla refusione delle spese di lite.
La sentenza toglie al collo dell’amministrazione Legnaro il cappio dei temuti risarcimenti. Una partita da circa 2, 5 milioni di euro che, in questi ultimi anni, il Comune ha dovuto accantonare, su indicazione della Corte dei Conti, per non finire in dissesto finanziario in caso di condanna. L’ultimo atto di questo procedimento, come ha relazionato il sindaco al consiglio comunale, è la richiesta al legale della controparte della liquidazione delle spese sostenute per il contenzioso che ammontano a 31.338 euro (24.043 per il giudizio di Cassazione e 7.295 per quello di Corte d’Appello). «Siamo soddisfatti dell’esito di questa causa che ci ha fatto passare notti insonni e ci ha bloccato gran parte dell’attività amministrativa dovendo accantonare nel bilancio notevoli risorse», commenta il sindaco Legnaro. «Mi fa piacere che i giudici abbiano riconosciuto la regolarità degli atti amministrativi relativi agli espropri». Tutto finito in bellezza? Neanche per sogno. Le sorelle Baù, come ha spiegato il primo cittadino ai consiglieri comunali durante la seduta del 19 dicembre scorso, potranno riattivare la causa pendente avanti la Corte d’Appello di Venezia, avente come oggetto la stima dell’indennità di esproprio. Procedimento che era stato sospeso in attesa dell’esito della causa risarcitoria intentata dai privati per “illegittimità nella procedura espropriativa”. Per questo motivo le risorse accantonate nel bilancio comunale non possono essere liberate anche se il Comune poco c’entra sull’entità dell’esproprio che spetta alla Provincia. Quantificata prima in 9 mila lire il metro quadrato, poi in 13 e infine in 26 mila lire. Una perizia del Ctu fissa l’indennità in 90 mila lire il metro quadrato. Ed è su questa base che ora inizierà il contendere tra le parti. E qui la situazione si potrebbe fare pesante per le famiglie che hanno aderito al Peep e che, in caso di condanna, dovranno farsi carico della differenza. «È una profonda ingiustizia», afferma indignato Legnaro. «I cittadini hanno pagato quello che gli è stato chiesto in base alle tabelle di allora. Per tutelarli in caso di sconfitta manteniamo a bilancio i soldi che abbiamo accantonato per la causa risarcitoria. È evidente che poi li dovremo recuperare dalle famiglie di via Falcone”.
Gianni Biasetto
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