Toscani e Mazzonetto accusati di diffamazione da un ex consulente
PIOVE DI SACCO
L’allora presidente e il direttore di Confservizi Veneto, Lamberto Toscani (che era stato anche presidente della Provincia di Padova e ancora prima segretario della Democrazia cristiana) e Nicola Mazzonetto, sono a processo per diffamazione (i fatti sono del 2013) davanti alla giudice monocratica Sonia Bello. Secondo l’accusa, avrebbero inviato a vari enti, società pubbliche e private e ad una banca due comunicazioni nelle quali avrebbero, si legge nel capo d’imputazione, «offeso la reputazione» di un consulente che aveva lavorato per Confservizi Veneto nell’organizzazione di eventi. Il collaboratore si è costituito nel procedimento con l’avvocato Matteo Lazzaro, chiedendo un risarcimento quantificato in 50mila euro. L’uomo si sta tra l’altro sottoponendo a una perizia psicologica di parte per dimostrare i danni patiti.
Ieri mattina in aula il difensore di Toscani e Mazzonetto, l’avvocato Davide Gianella, ha sostenuto l’incompetenza territoriale del tribunale di Venezia, chiedendo che il giudizio fosse spostato a Padova dove ha sede Confservizi. Istanza respinta dalla giudice che ha concordato con l’accusa sul fatto che il processo deve stare a Venezia perché il primo ente che avrebbe ricevuto la mail via pec con le frasi diffamatorie sarebbe stato l’Inail Veneto, che ha sede in centro storico a Venezia. Accolta invece la richiesta della parte civile di citare come responsabile civile, alla prossima udienza il 20 febbraio, la stessa Confservizi Veneto.
A far scattare la miccia del carteggio, l’accusa al consulente da parte di Confservizi di non fare bene il proprio lavoro. Il professionista non sarebbe stato pagato per intero (su questo aspetto c’è una causa civile in corso a Padova) e, secondo la difesa, avrebbe inviato una comunicazione ai soci della Confservizi per denunciare ciò. Di tutta risposta Toscani e Mazzonetto avrebbero spedito le due lettere nella quali evidenziavano il comportamento del consulente «ritenuto responsabile di atti degenerativi e gravemente lesivi ai danni della stessa associazione».
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