Traffico di droga, dieci arresti. Anche ex della Mala del Brenta

Traffico di cocaina dalla Colombia, blitz della Polizia. Il capo della banda è un giostraio sinti. Guadagnavano anche 30 mila euro a testa al mese Gli arrestati, le armi Il blitz della Polizia

PADOVA. La Polizia di Padova ha sgominato una banda di italiani dediti ad un ingente traffico internazionale di cocaina con importanti contatti in Colombia. Nove arrestati. Alcuni di loro sono esponenti di spicco dell'ex Mala del Brenta, dediti non solo allo spaccio di droga, ma anche alla pianificazione di assalti agli sportelli bancomat e reati contro il patrimonio in genere. Il capo è risultato un giostraio di etnia sinti - evidenziando una novità criminale per questa etnia - quale fornitore di cocaina.

Le indagini sono partite più di un anno fa, da un cuoco di un hotel di Abano Terme (Padova) che aveva creato un canale di approvvigionamento della cocaina dalla Colombia. Arrestato questo, a seguito di altre indagini, la banda che spacciava cocaina in molte piazze venete si era subito riorganizzata grazie ad un giostraio sinti. Particolarmente difficili le indagini visto che il gruppo non utilizzava telefoni cellulari e per impedire intercettazioni ambientali utilizzava apparecchi che disturbano e mettono fuori uso «cimici» e altri strumenti utilizzati per le intercettazioni.

In carcere o agli arresti domiciliari sono finiti Antonio Maniero, 59 anni, Giuliano De Checchi, 54, Stefano Lodovici, 41, Vincenzo Pellegrino, 34, tutti di Camponogara (Venezia), Paolo Gianolli, 63 di Venezia, Luca Marcato, 43, di Legnaro (Padova), Alessandro Prevedello, 38, di Santa Maria di Sala (Venezia), Nicola Zampieri, 47, di Saonara (Padova), e Antonio Bastianello, 57, di Brugine (Padova). Ad eccezione di Maniero, De Checchi e Marcato (a capo dell'organizzazione), tutti gli altri arrestati avevano attività di copertura. Alcuni di loro erano barbieri di paese, altri artigiani, altri ancora commercianti.

In base alle prime informazioni, pare che gli spacciatori arrivassero a guadagnare anche 30 mila euro a testa al mese.

L'operazione, frutto di mesi di indagine, è coordinata dal pm euganeo Benedetto Roberti che ha chiesto e ottenuto dal gip Cristina Cavaggion le misure di custodia cautelare. La Squadra Mobile di Padova, coordinata dal Servizio Centrale Operativo e dalla Direzione Centrale Servizi Antidroga, sta operando con la collaborazione delle Squadre Mobili di Venezia, Rovigo e del Commissariato di Mestre che stanno procedendo alle catture e alle perquisizioni con l'ausilio del Reparto Prevenzione Crimine di Padova.

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