Traffico illegale di rifiuti e falso si diradano i dubbi su Ecolando

SANT’ANGELO DI PIOVE. Tiziano e Nicola Lando, padre e figlio rispettivamente di 65 e 39 anni, entrambi residenti a Campolongo Maggiore in provincia di Venezia e titolari dell’azienda Ecolando srl,...

SANT’ANGELO DI PIOVE. Tiziano e Nicola Lando, padre e figlio rispettivamente di 65 e 39 anni, entrambi residenti a Campolongo Maggiore in provincia di Venezia e titolari dell’azienda Ecolando srl, con sedi operative a Sant’Angelo di Piove e a Fossò, possono tirare un sospiro di sollievo.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Venezia, Barbara Lancieri, su istanza dell’avvocato Stefano Marrone di Dolo (il legale difensore di Tiziano e Nicola Lando), ha disposto la revoca della misura dell’obbligo di dimora.

La decisione è scaturita dopo che sono state condivise tra le parti delle nuove linee guida nell’esercizio dell’attività di impresa.

Il provvedimento, depositato ieri, arriva dopo il dissequestro ordinato dal pubblico ministero dell’azienda Ecolando srl e degli automezzi aziendali (18 autocarri e 11 rimorchi).

Oltre che dai diretti interessati, il provvedimento sarà accolto senz’altro con soddisfazione anche dai sessanta dipendenti impiegati nelle due sedi della ditta.

Tiziano e Nicola Lando erano accusati - dopo un’indagine condotta dal Corpo Forestale dello Stato - di avere gestito un traffico illegale di rifiuti attraverso la loro azienda e di falso.

Secondo l’accusa, avrebbero simulato l'attività di recupero al fine di modificarne il codice dei rifiuti, in modo da poterli avviare in impianti di smaltimento o di recupero che altrimenti non avrebbero potuto accettarli con gli identificativi originali.

Obiettivo di questa manovra, aumentare di molto il margine di guadagno, risparmiando notevolmente sulla manodopera da utilizzare per il trattamento di rifiuti che altrimenti avrebbero richiesto procedure più complesse e costose di smaltimento. (g.pir.)

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