Tragedia in Francia, padovano schiacciato dal camion prima di tornare a casa

Luigino Fabbian, 48 anni, di Santa Giustina in Colle, ieri doveva accompagnare all’altare la figlia. Stava riagganciando il rimorchio per ripartire: inutili i soccorsi dei colleghi

SANTA GIUSTINA IN COLLE. Muore schiacciato dal suo camion in Francia, proprio mentre stava per ripartire e tornare a casa: ieri avrebbe dovuto accompagnare la figlia all'altare. Un destino tremendo per Luigino Fabbian. Aveva 48 anni e viveva in via Albere a Fratte di Santa Giustina in Colle con la moglie Demetria Scarante e le figlie Pamela e Debora, in una casa che ancora ieri era vestita a festa, addobbata di fiocchi bianchi.

L'incidente si è verificato venerdì mattina a Combloux, in Francia, a pochi chilometri dal confine con la Valle D'Aosta. Denis, il fratello, che lavorava con lui, ricostruisce la tragedia: «Luigino aveva iniziato a lavorare per la Tiemme, una ditta di costruzioni edili di Loreggia, cinque anni fa. Faceva l'autista, non era alla sua prima esperienza, era salito sul camion quando aveva vent’anni. Faceva viaggi all'estero e questo cantiere in Francia lo aveva aperto proprio lui circa un anno e mezzo fa. Seguiva in particolare i cantieri francesi, ma in realtà era il nostro jolly perché sapeva muoversi benissimo, con grande sicurezza, in giro per tutto il mondo e per questo lo definivamo un “navigatore vivente”».

L'autista era partito da casa giovedì sera, alle 21; venerdì mattina doveva ripartire, per rientrare a casa e ultimare gli ultimi preparativi per le nozze della figlia. La dinamica: «Luigino guidava un autotreno Man, era partito dall'Italia carico e doveva rientrare con del materiale di risulta del cantiere», continua il fratello minore, «Aveva sganciato il rimorchio, parcheggiandolo sulla sinistra della strada, con la motrice era ripartito, aveva raggiunto la zona di costruzione per scaricare del materiale e ricaricarne dell'altro; terminata l'operazione è tornato a recuperare il rimorchio». Ma a questo punto si è determinato un problema nell'aggancio: «Le due parti non si univano, quindi è sceso, ha premuto un pulsante per assicurarsi che l'aggancio fosse eseguito, ma proprio in quel momento il rimorchio è indietreggiato, scavalcando i tappi di sicurezza posizionati sotto le ruote posteriori», prosegue Denis, «Quando Luigino se ne è accorto ha cercato di impedire che indietreggiasse ulteriormente azionando il freno manuale, ma facendo questa operazione il rimorchio si è ribaltato, tirando verso di sé la motrice».

Una frazione di secondo, i due elementi si sono avvicinati e il padre di famiglia è rimasto imprigionato dalla morsa letale. Erano presenti alcuni colleghi del cantiere, hanno visto la scena e sono accorsi subito per cercare di liberare la vittima. Non è stato possibile fare nulla: troppo gravi le lesioni provocate dallo schiacciamento. La strada è stata chiusa per consentire alle forze dell’ordine di svolgere i rilievi. È stato proprio il fratello a spostare il rimorchio che ha distrutto la vita di Luigino Fabbian, tramutando l'attesa di una grande gioia in un dolore infinito. Il corpo rientrerà mercoledì in serata e il funerale sarà celebrato venerdì: ogni sera, alle 20, verrà recitato il rosario nella chiesa di Fratte.

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