Travolto dal bancale e poi licenziato Incassa un ristoro di 120 mila euro

Un incidente sul lavoro, e ancora un lavoratore che ci rimette. Un anno più tardi, arriva anche la doccia fredda del licenziamento. La giustizia penale marcia a passi lenti.
Tuttavia dopo una lunga trattativa extragiudiziale a qualche anno di distanza è arrivato un risarcimento, 120 mila euro ottenuti dal lavoratore di una cooperativa con sede a Camin specializzata nella logistica. Lavoratore, un quarantenne di Chioggia nel Veneziano, che si è affidato alla tutela dell’agenzia Infortunistica Veneta.
L’8 gennaio 2013 intorno alle 8 del mattino l’incidente in un magazzino di Padova in zona industriale.
L’incidente
Un collega sta movimentando un bancale con il muletto, anche se privo del patentino per la guida di carrelli elevatori, quando la struttura cade e il veneziano è colpito mentre sta svolgendo la propria attività lavorativa, quella di caricare con materiale in ferro e in acciaio, di diverso peso, un camion diretto in un’azienda di un’altra provincia.
Il 40enne viene investito dal bancale che era stato portato a un’altezza di oltre un metro e 90 dal carrello del muletto. Il risultato? Lussazione al ginocchio, rottura del menisco e lacerazione dei legamenti: la prognosi è di oltre 40 giorni.
L’indagine
D’ufficio scatta un procedimento penale con l’intervento dello Spisal, ipotizzando il mancato rispetto delle condizioni di sicurezza da parte della coop che aveva ottenuto un appalto per la movimentazione della merce all’interno del magazzino dove si era verificato l’infortunio.
Viene avviata subito anche una trattativa con la coop alle cui dipendenze di fatto lavorava il ferito, visto che risultava assicurata. Tuttavia la replica è quasi immediata: nessuna responsabilità da parte della società cooperativa per quanto accaduto. Tanto che, nel marzo 2014, il lavoratore viene addirittura licenziato.
Il ristoro
L’indagine si chiude con la richiesta di rinvio a giudizio per il responsabile della cooperativa. E al termine del processo di primo grado viene condannato a tre mesi per lesioni colpose con violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro. Non solo.
Con la sentenza il giudice dispone a favore della vittima un risarcimento da stabilire in un separato giudizio civile, salvo concedere una provvisionale (un anticipo del risarcimento) di 10 mila euro.
La condanna, però, è impugnata in appello. Tuttavia il lavoratore, sostenuto dall’agenzia, trasmette una lettera di messa in mora al responsabile civile, ovvero il presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa che, nel frattempo, fallisce.
A quel punto si riapre la speranza della trattativa con la compagnia assicuratrice e il lavoratore riesce a incassare un ristoro di 120 mila euro oltre alle spese legali e di assistenza. —
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