Tre grandi pittori visti con gli occhi dei bambini

Con “I colori della luna” Eleonora Bujatti racconta Mirò, Van Gogh e Magritte come fossero fiabe

Tre brevi racconti colorati, delle quasi favole sull’arte, segnano l’esordio nella narrativa di Eleonora Bujatti, padovana, giornalista, autrice televisiva. “I colori della luna” (Edizioni La Gru, p.58, 12,50 euro) parlano di Juan Mirò, Vincent Van Gogh e Renè Magritte, provando a raccontarli da una angolatura molto laterale, apparentemente minimale.

È il caso di “La storia a colori di un’amicizia”, il primo dei racconti, in cui il pittore è raccontato dal punto di vista di un pappagallo. Un pappagallo che non parla ma ascolta, che condivide col pittore il lavoro e l’insalata, e soprattutto capisce che la pittura è l’arte del levare, dell’eliminare il superfluo, del riportare la realtà alla sua essenzialità e quindi ad una forma e ai colori. Perché solo così, capisce il pappagallo di Mirò, si trova la radice ultima della necessità di dipingere.

Nel secondo racconto, invece, Van Gogh è raccontato con gli occhi dei figli del Dr. Gachet, il medico che ospitò e curò il pittore. Sono loro, i bambini, a cogliere nei quadri del pittore che ha ormai abbandonato la loro casa, la disperazione finale, ma anche il riscatto attraverso la luce ed il colore.

Ed infine, nell’ultimo racconto, sono i quadri di Magritte, la sua pipa, la sua casa sul lago, la mela, la bombetta a diventare protagonisti di una fiaba che due bambini si raccontano di notte, una fiaba che non è una fiaba, come suggerisce il titolo del racconto, perché l’arte reinventa una realtà che è sempre altra. Anche con i disegni dei bambini.

Eleonora Bujatti racconta con tratto lieve, introduce nei suoi racconti, con grande semplicità, il rapporto tra pittore e pittura, tra fruitore e quadro, tra realtà e immaginazione, senza mai cadere nel didascalico e delineando in poche righe bei ritratti d’artista.

Niccolò Menniti-Ippolito

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