Tre morti sulla Piovese: tutte le insidie della statale maledetta dove si corre troppo
I lunghi rettilinei sono scenario di velocità elevate, soprattutto negli orari notturni. I sindaci: «Tocca i centri abitati, servono regole e dotazioni molto più stringenti»

Da una parte una strada “maledetta”, dall’altra comportamenti alla guida che richiederebbero il rispetto delle regole e una prudenza che non è mai troppa. La Statale 516 Piovese è da sempre triste scenario di spaventosi incidenti che tante volte si sarebbero però potuti evitare. Eppure, non c’è tragedia che diventi insegnamento e monito definitivo. Da Padova a Codevigo, dove la Ss 516 si innesta alla Ss 309 Romea, le insidie sono tante.
Il primo tratto, che attraversa Ponte San Nicolò, è quello dove il traffico è più concentrato. Qui il rischio è legato ai numerosi attraversamenti pedonali e all’alta probabilità di tamponamenti legati alle frenate improvvise e al mancato rispetto della distanza di sicurezza tra i veicoli in coda. Nel tratto che attraversa Legnaro e Sant’Angelo di Piove i rischi sono invece legati a dinamiche diverse. A rischiare ci sono innanzitutto ci sono pedoni e ciclisti, anche se negli ultimi anni molto si è fatto in termini di piste ciclo pedonali. C’è poi il fattore legato alla velocità.
Il lungo rettilineo, specie in orari notturni, induce più di qualcuno a pestare troppo sull’acceleratore e a dimenticare che comunque si transita in zone densamente urbanizzate. La sera e di notte si possono assistere a corse folli e sorpassi da brivido. È in questo tratto che, nel tempo, si sono registrati gli incidenti più tragici, per lo più legati a fuoriuscite autonome e investimenti di ciclisti e pedoni.
Se il passaggio per Piove di Sacco è ormai più controllato, i problemi si ripropongono poi nel tratto di Codevigo, quello che storicamente è noto come “Strada dei pescatori”, dove la carreggiata oltretutto si allarga. Anche qui ci sono stati molti incidenti mortali, specie in prossimità degli incroci a raso.
«Quello che deve emergere è la velocità» commenta da parte sua il sindaco Vincenzo Danieletto «con cui le vetture sfrecciano in tutte le strade. La Statale Piovese è molto trafficata e bisogna rispettare i limiti di velocità imposti dal Codice della strada, come d’altronde in tutte le strade presenti nel territorio. L’incidente di questa notte poteva essere ben più grave se fossero stati coinvolti altri mezzi».
«Considero la situazione di questa strada molto critica» aggiunge il collega di Sant’Angelo di Piove, Guido Carlin «in quanto ci sono molti rettilinei che possono indurre ad aumentare la velocità da parte degli automobilisti.
La nostra amministrazione, per cercare di contrastare questi eccessi di velocità, ha predisposto assieme all’Anas una nuova rotatoria tra Legnaro e Vigorovea e, spero entro l’anno, anche un nuovo rondò in corrispondenza della zona industriale sempre di Vigorovea. Entro l’anno penso installeremo anche un T-red per controllare il semaforo nel centro abitativo della frazione, in quanto si è verificato molte volte il mancato rispetto del semaforo rosso da parte degli automobilisti, causando di conseguenza incidenti e situazioni di pericolo».
«C’è un alto numero di passaggi, noi ne continuiamo almeno 50 mila al giorno», conclude Martino Schiavon, sindaco di Ponte San Nicolò. «Essendo una statale che attraversa dei centri abitati densamente popolati, le norme tecniche dovrebbero essere più attinenti alle strade cittadine e meno alle grandi arterie di comunicazione.
Un esempio su tutti: gli attraversamenti pedonali luminosi e le isole salvagente, per non parlare degli autovelox, non sono possibili da realizzare. Si dovrebbe essere più tutelanti dei centri abitati con sistemi di dissuasione dell’alta velocità».
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