Tre nuovi assunti nello staff della giunta Giordani

Padova, record di addetti stampa in Comune: adesso sono in quattro. Protestano alcuni docenti universitari
MALFITANO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - GIORDANI E LORENZONI A PALAZZO MORONI
MALFITANO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - GIORDANI E LORENZONI A PALAZZO MORONI

PADOVA. Altre tre assunzioni nello staff della nuova amministrazione. Ieri è stato ufficializzato l’ingresso a Palazzo Moroni di due nuovi addetti stampa, Massimo Zilio e Franco Tanel (quest’ultimo part time) e della nuova segretaria del vicesindaco Sara Busato.

Il totale degli stipendi lordi degli incarichi fiduciari sale così a oltre 185 mila euro annui, circa 30 mila in meno rispetto allo staff dell’ex sindaco Massimo Bitonci, che però era meno numeroso.

I tre neo-assunti. Due dei tre nuovi collaboratori fanno riferimento direttamente a Arturo Lorenzoni. Massimo Zilio, infatti, giornalista pubblicista e storico collaboratore del “Gazzettino”, ha curato l’ufficio stampa personale di Lorenzoni durante la campagna elettorale. Adesso sarà di «supporto al vicesindaco nei rapporti coi mass media, anche tramite lo sviluppo di strumenti digitali e dei social media». Il suo trattamento economico lordo annuo è di 25.783 euro, che netti al mese sono 1.450.



Sara Busato, già ufficio stampa dell’Arci e di diverse fondazioni culturali (sorella del notaio Andrea Busato, già consigliere comunale dal 2009 al 2014 nella lista “Padova per Zanonato”) sarà la segretaria particolare di Lorenzoni e si occuperà della «cura delle relazioni con cittadini, enti, associazioni e istituzioni». Prenderà lordi 29.525 euro annui, pari a circa 1.600 euro netti al mese.

Infine Franco Tanel, giornalista pubblicista, già ufficio stampa dell’Interporto che poi ha seguito Giordani nella campagna elettorale: avrà il compito di «supporto all’ufficio stampa e cura dei social media». Lavorerà part time per cui il suo stipendio lordo annuo sarà di 12.891 euro, cioè circa 700 euro al mese netti.

Maxi ufficio stampa. Sono ben quattro dunque adesso gli “addetti stampa” che lavorano a Palazzo Moroni (tanto che i cronisti già temono un intasamento di chiamate e comunicati). Tra i dipendenti comunali infatti già ci sono due giornaliste professioniste, Sabina Scatolini e Giulia Golo, che seppure inquadrate come istruttori amministrativi da anni sono di ruolo nell’ufficio stampa comunale.

E a loro va aggiunto il neo-portavoce Massimo Bettin che pure cura i rapporti con i media. A onor del vero, va detto che anche a Verona l’ufficio stampa è formato da 4 persone, così come a Bologna dove si aggiunge il portavoce del sindaco Merola, Armando Nenni (87 mila euro annui di stipendio).

Figure interne e esterne. Rispetto alla precedente amministrazione Giordani ha deciso di utilizzare una risorsa interna come capo di gabinetto, la dirigente del settore scuola Fiorita Luciano. Mentre Bitonci ha utilizzato un esterno, Andrea Recaldin.

Situazione particolare per il segretario dell’ex vicesindaco Eleonora Mosco, Matteo Piovan: era un dipendente comunale a tempo determinato e al termine dei 36 mesi previsti dalla legge non è stato possibile prolungarlo.

Verifiche periodiche. «Lo staff a questo punto è completo e consentirà alla giunta di operare a pieno regime», è il commento congiunto di Giordani e Lorenzoni. «L’operato di tutti sarà sottoposto a un controllo periodico da parte della giunta: una buona pratica per assicurare un’attività efficiente, trasparente, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi programmatici e attenta ai bisogni di tutti i cittadini».

L’attacco M5S. «Anziché assumere addetti stampa non era meglio investire questi soldi per rendere più funzionale la sede dei vigili all’Arcella che adesso è aperta solo due mezze giornate a settimana?», è la domanda del portavoce del Movimento Cinque Stelle in consiglio comunale Simone Borile. «Mi sembrano incarichi inadeguati, inopportuni e inappropriati – prosegue – Soprattutto perché assistiamo ai giochi della vecchia politica in un momento di crisi e di disoccupazione».

I professori universitari. C’è una “pancia” del centrosinistra che ribolle. Il caso delle nomine a Palazzo Moroni ha scatenato un coacervo di polemiche nel luogo “per eccellenza” deputato alla contestazione nel nostro tempo: Facebook.

Tra i più attivi c’è Giorgio Roverato, docente di storia economica a Scienze Politiche al Bo e presidente della Fondazione Luccini (che raccoglie documenti e testimonianze del movimento operai veneto): «Che Sergio Giordani e Arturo Lorenzoni si “facciano male” mi interessa relativamente. Mi spiace invece che fallisca la speranza che la loro vittoria su Bitonci aveva determinato in una città spaccata – sottolinea – Possibile non capiscano che non possono eludere l’enorme problema posto a loro dal peso politico assunto da una persona che, priva di mandato elettorale, sembra essere il “dominus” della nuova amministrazione? O si aspettano che la pausa di Ferragosto calmi le acque?», conclude Roverato riferendosi all’incarico di portavoce assegnato a Massimo Bettin.

Una risposta arriva dal comunicato diffuso da Coalizione civica, che riprende quanto detto dai capigruppo della maggioranza: «Si conferma che la strategia politica dell’amministrazione è in capo al tandem che ha portato alla vittoria delle elezioni in città». L’invito però è quello di «chiarire questi aspetti di persona, anziché dialogare a mezzo stampa»

Deluso dalla nota dei capigruppo ia maggioranza anche il docente di linguistica del Bo Michele Cortelazzo: «Un fumoso comunicato in politichese stile Prima Repubblica, nel quale si parla tanto e si dice nulla», è la definizione. Il professore poi dà voce alla “rabbia” di molti: «Bisogna stare zitti? Trasparenza e partecipazione valgono solo se fatte con stile e senza disturbare?».
 

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