Treni da Adria bloccati alla stazione di Mestre

di Elena Livieri
PIOVE DI SACCO
Un brutto spettro incombe sul servizio di trasporto ferroviario della linea Adria-Venezia gestita da Sistemi Territoriali: dal primo novembre potrebbe essere sospesa la tratta Mestre-Venezia, cioè quella che corre su binari della linea nazionale. Il motivo è l'entrata in vigore di nuove norme di sicurezza che prevedono la presenza di alcuni particolari dispositivi di sicurezza nella cabina di guida dei convogli, di cui i treni di Sistemi Territoriali non sono però dotati. Si tratta di dispositivi tecnologici all'avanguardia, capaci di sostituire il macchinista in caso di un suo malore. E costano circa 150.000 euro ciascuno. L'installazione su tutti i treni di Sistemi Territoriali che non ne sono dotati, una ventina, comporterebbe una spesa di almeno tre milioni di euro. Una somma enorme in tempi di ristrettezze economiche, che già hanno colpito duramente il trasporto pubblico. E i disagi che si profilano per gli utenti del servizio sono enormi: a Mestre bisognerà lasciare la littorina e andare a prendere un convoglio Trenitalia, quando invece la partenza sarà da Venezia, bisognerà prendere un Trenitalia e poi a Mestre la littorina. Oltre alla evidente scomodità si aggiunge l'inevitabile allungamento dei tempi del viaggio, un particolare tutt'altro che secondario per studenti e lavoratori. La previsione è quella di un grande trambusto che non mancherà di scatenare proteste. Infatti fra i passeggeri le prime voci che circolano sul problema che potrebbe presentarsi fra un paio di settimane stanno già suscitando forti preoccupazioni. Ma i problemi sono anche in capo alla stessa Sistemi Territoriali che, nel caso la nefasta previsione si avverasse, dovrà per forza rivedere gli orari dei collegamenti per adeguarli alle coincidenze per Mestre e Venezia, e dovrà rivedere anche l'impegno del personale. Dalla direzione dell'azienda non trapelano indiscrezioni, ma il direttore Bruno Caleo ammette che i tecnici sono al lavoro per cercare di evitare l'impasse. A questo punto si potrebbe sperare in un intervento della Regione, dato che Sistemi Territoriali è una sua azienda: basterebbe mettere a disposizione i tre milioni di euro necessari a dotare i convogli della tecnologia richiesta dalle nuove leggi. Ma di questi tempi...
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