Trichiana, una frazione e due ministri: tenaci come noi bellunesi

L'incarico al governo a D'Incà e Franco viene commentato in paese. L'ultimo sindaco Fiorenza Da Canal: è una bella soddisfazione
Una veduta di Trichiana
Una veduta di Trichiana

BORGO VALBELLUNA. «Finora non è cambiato nulla», sorride sornione un avventore del bar Monumento, affacciato su piazza Toni Merlin, a due passi dalla chiesa e dall’ex municipio. Ma a Trichiana, il paese che può vantare due ministri in carica, non si parla che della scelta del premier Draghi e del “record” di trichianesi nella stanza dei bottoni. Qualche battuta sul cartello “Trichiana paese del libro” che a questo punto qualcuno dovrebbe aggiornare – con buona pace degli editori Cortina, anche loro originari di Trichiana, che negli anni Settanta fecero una cospicua donazione libraria al paese – e tanta soddisfazione: si respira questo in centro all’indomani dell’annuncio della squadra di governo.

Una ribalta nazionale che lenisce il rimpianto, ancora vivo, per la municipalità perduta con la fusione del 2019 che ha trasformato Trichiana da Comune a frazione di Borgo Valbelluna. Ed è soprattutto la figura di Federico D’Incà, confermato ministro ai Rapporti con i Parlamento, che a Trichiana vive tuttora nonostante gli impegni nella capitale, quella sulla bocca di tutti.

Dall’altra parte della piazza, all’inizio della salita che porta a Cavassico e al passo San Boldo, il neo ministro all’Economia Daniele Franco c’è nato. Ma a Trichiana solo chi ha una certa età lo ha presente mentre attraversa la piazza per andare a trovare lo zio Giorgio Ferigo, che abita ancora lì nella casa di famiglia. Il nemmeno cinquantenne Federico D’Incà, è invece una figura ben presente al paese. «E chi non lo conosce? Ci ho anche giocato a calcio assieme ai tornei Csi», dice Mauro Soccol, mascherina e felpa del Milan. «Io con la squadra del bar Dassi, lui con il Gemelle. Una persona molto seria, eccezionale».

«Una persona che non ha mai smesso di essere umile e di dare una mano e che speriamo rimanga sempre così», sottolinea un compaesano di Pialdier, la borgata di D’Incà. «Certo, siamo contenti, per tutta la provincia», dice Regina, che il bar Monumento lo gestisce. «I bellunesi sono testardi, hanno voglia di lavorare, ci stanno bene due bellunesi dove si governa». «Due bellunesi potranno dare una scossa anche ai nostri paesi dimenticati», commentano Sharon Cagnati e Fabiano Frare, che un cambiamento se lo aspettano per tutta la provincia. E positivo è il parere sui due ministri trichianesi anche di Stefano Frezza: «Abbiamo visto quello che ha saputo fare Daniele Franco, è un tecnico sicuramente bravo».

«Daniele Franco ha vissuto qui fino ai cinque anni, quando i suoi genitori si sono trasferiti a Belluno, a Mussoi», lo ricorda Elettra Barp. Ma la famiglia è di quelle solidamente trichianesi: il papà era impiegato al Catasto, la mamma era maestra. E all’estremità della piazza il nonno materno dell’attuale ministro aveva un negozio di confezioni, che ora ha lasciato il posto all’agenzia funebre di Sabrina Gelisio. Due ministri in un paese di 4.700 abitanti che non fa più nemmeno Comune, dunque, non capitano tutti i giorni.

«È senz’altro una bella soddisfazione», dice Fiorenza Da Canal, ultimo sindaco di Trichiana. «Intanto per la conferma di Federico D’Incà, segno che ha lavorato molto bene. D’Incà ama il nostro territorio montano e si presta sempre a dare una mano. Quando ero sindaco di Trichiana il suo aiuto ce l’ha sempre dato e ha sempre sostenuto il Bellunese. Daniele Franco l’ho conosciuto quando sono stata chiamata a consegnargli un riconoscimento dell’Associazione bellunesi nel mondo per gli incarichi significativi che ha ricoperto. E il fatto che in questo momento sia la persona che ha in mano la “cassaforte” della nazione è senz’altro molto prestigioso per Trichiana».

«Sono comunque entrambi persone che amano il Bellunese e le nostre montagne», dice Da Canal, «e la loro presenza nel governo è senz’altro positiva per tutta la provincia. Un territorio montano, il nostro, difficile, con una economia in sofferenza, con tante piccole aziende piegate dall’emergenza Covid. Siamo un territorio di gente tenace e tifiamo per i nostri due ministri, sapendo che sapranno essere tenaci e resistenti come le nostre rocce dolomitiche». —

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