Trovato il cadavere di Rossella Goffo

 Ossa umane che riaffiorano in un bosco dell'ascolano. Tra gli abiti a brandelli, spunta anche un braccialetto. In quel monile e in un giubbetto, che gli vengono mostrati in fotografia, Roberto Girardi riconosce oggetti appartenuti a sua moglie, Rossella Goffo (nella foto), la funzionaria della prefettura di Ancona (originaria di Padova) svanita nel nulla dal maggio 2010. Sul braccialetto, in particolare, l'uomo riconosce una data incisa, il particolare che rende l'oggetto riconducibile con certezza alla donna. Giunge così, nel pomeriggio di ieri, la quasi certezza alla prima ipotesi formulata dagli inquirenti sull'identità celata dietro i resti umani scoperti l'altra sera da due persone a passeggio con i propri cani tra il pianoro di Colle San Marco e quello di Colle San Giacomo. Una vicenda che vede indagato a piede libero, con l'accusa di omicidio volontario premeditato, il tecnico della questura di Ascoli Alvaro Binni. Non è stata trovata invece la valigia con cui la funzionaria della prefettura si era allontanata. Dopo al repertazione da parte della Scientifica, il corpo è stato trasportato nell'obitorio di Ascoli. Rossella Goffo, 47 anni, sposata con un pediatra di Adria (Rovigo) e madre di due figli, svanì nel nulla a maggio del 2010. All'inizio della vincenda lo si ritenne un allontanamento volontario Rossella Goffo, funzionaria della Prefettura di Rovigo, si era trasferita per un part time alla prefettura di Ancona per seguire un amico, Alvaro Binni, conosciuto proprio a Rovigo, più giovane di lei, sposato e padre. La donna era tornata dal Veneto ad Ancona, per riprendere il lavoro il 3 maggio.

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