Truffa da 5 milioni di euro i risparmiatori senza ristoro

La Cassazione ha escluso Banca Mps dal processo come responsabile civile La pena sarà ricalcolata per l’ex promotore, ma i clienti restano a mani vuote
Una persona conta alcune banconote in una banca, Pisa, 15 maggio 2012. ANSA / FRANCO SILVI
Una persona conta alcune banconote in una banca, Pisa, 15 maggio 2012. ANSA / FRANCO SILVI



Non solo il processo è da rifare quanto alla rideterminazione della pena a dodici anni dall’avvio dell’inchiesta nei confronti di Ciro Spatalino, il promotore finanziario 68enne, napoletano d’origine, residente a Cadoneghe che ha truffato circa 74 clienti facendo credere loro di aver registrato guadagni stellari mentre lui perdeva in borsa un investimento dietro l’altro per oltre 5 milioni di euro. L’ultima e definitiva parola della Cassazione ha escluso dal processo Mps Banca, citata dai clienti raggirati nella veste di responsabile civile. Tradotto in concreto: nessuno degli ex clienti lasciati con il conto vuoto avrà mai la speranza di poter recuperare i risparmi perduti. In primo grado il tribunale di Padova aveva condannato Spatalino a 6 anni, 2 mesi e 9 giorni oltre al risarcimento danni (da dichiararsi in un separato giudizio) con una provvisionale subito esecutiva a carico anche del responsabile civile, ovvero Banca Mps. L’appello aveva ridotto a la pena a 4 anni, 4 mesi e 20 giorni per la prescrizione di alcuni reati confermando anche la responsabilità dell’istituto bancario quanto ai risarcimenti.



Spatalino, che era un libero professionista titolare di una società in proprio (difensore il penalista Pietro Someda), è fallito il 6 agosto 2008. A gestire le rovine di quel che è rimasto c’è un curatore. E sarà lui e solo lui che potrà avviare una causa per il risarcimento dei danni. A chi è stato beffato, non resta che mettersi in coda tra i creditori, pur consapevole che poco o nulla è rimasto ora che la banca ha ottenuto ragione. Banca che si era pure costituita parte civile e, nel processo, partecipava nel doppio ruolo di danneggiato e di responsabile civile dell’accaduto (tutelata dall’avvocato Cristina Gigante).



Dopo aver lasciato il lavoro in banca, Spatalino era stato promotore finanziario fin dal 1992 per diversi istituti di credito, poi dal 2001 all’11 febbraio 2003 aveva lavorato su mandato di Banca 121; dal 18 agosto 2003 all’12 settembre 2005 per conto di Mps Banca che aveva incorporato la prima e successivamente aveva continuato senza incarichi formali e in modo del tutto autonomo, fino al crac, per quanto riguarda la raccolta del risparmio, la scelta degli investimenti, la rendicontazione ai clienti. Tre anni prima dalla data del fallimento, il 12 settembre 2005, Monte dei Paschi aveva risolto il rapporto di collaborazione dopo aver accertato alcune irregolarità. Ecco uno dei motivi fondamentali per cui i giudici della Cassazione hanno escluso l’istituto come responsabile civile in via definitiva.



Torna davanti ai giudici di secondo grado la rideterminazione della pena per una questione meramente tecnica. Spatalino era stato condannato per truffa aggravata, e poi per falso, esercizio abusivo di raccolta del risparmio e violazione dell'obbligo di rendicontazione. Secondo la Cassazione, che ha accolto il ricorso dell’avvocato Someda, è stato fatto un errore di calcolo nell’aumento di pena “in continuazione” tra un reato e l’altro di cui è stato ritenuto responsabile. E così, a quasi 12 anni dal giorno in cui era decollata, l’inchiesta, il caso non è ancora definito. Solo una certezza: chi ha perso i i soldi, resta senza giustizia .—



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