Tumore al pancreas curato senza asportare l’organo

Tecnica innovativa utilizzata 30 volte al mondo, due negli ultimi mesi a Padova Evita l’insorgere del diabete: operato un 27enne che ora fa il preparatore atletico



Dal tumore al pancreas alla carriera come preparatore atletico: sembra incredibile, perché fino a pochi anni fa questo male si curava con un intervento pesantissimo, che portava quasi certamente a forme gravi di diabete. Poi, nel 2003, un chirurgo americano ha introdotto un nuovo tipo di intervento che, conservando il 25% del pancreas, può evitare il diabete o ridurre la necessità del trattamento insulinico. L’operazione, difficile e molto delicata, è stata tentata non più di una trentina di volte in tutto il mondo, e tra queste due proprio negli ultimi mesi, all’ospedale di Padova.

NUOVE SPERANZE

Il più giovane dei pazienti ha solo 27 anni, non è diventato diabetico e sta continuando a svolgere senza alcuna limitazione la professione di preparatore atletico. Risultati che hanno superato tutte le aspettative, e che sono stati recentemente presentati nel corso del Congresso della Società Europea di Pancreatologia (European Pancreatic Club) tenutosi a Bergen, in Norvegia. Più nello specifico, l’intervento si chiama “pancreasectomia subtotale con preservazione del corpo pancreas”.

l’intervento

Conservando la parte centrale del pancreas, che costituisce circa il 25% della ghiandola, il rischio del diabete post-operatorio è notevolmente ridotto, e così anche l’uso di insulina. Nonostante gli ottimi risultati è stato tentato solo in rari casi, un po’ perché richiede preparazione tecnica ed esperienza da parte dell’équipe chirurgica, e un po’ perché è possibile effettuarlo solo a determinate condizioni.

RICERCA ED ÉQUIPE

«Le indicazioni per questo intervento chirurgico innovativo, cioè i pazienti che possono giovarsi di questa soluzione», spiega il professor Claudio Pasquali, a capo del gruppo di Ricerca di Chirurgia Pancreatica ed Endocrina Digestiva «sono per il momento limitate a coloro che abbiano tumori multifocali del pancreas a basso grado di malignità e ai pazienti con una malattia ereditaria rara che fa insorgere tumori multipli in diverse parti della ghiandola pancreatica». Nell’ultimo anno, però, i medici della Clinica Chirurgica 1 (diretta dal professor Salvatore Pucciarelli) sono intervenuti così su due pazienti. «Prima dell’introduzione di questa procedura» conclude il professor Pasquali, che ha seguito i due casi insieme alla dottoressa Caterina Milanetto «i pazienti potevano essere trattati solo con la pancreasectomia totale, con conseguente comparsa di un grave diabete che limitava la qualità di vita del paziente. Questi risultati evidenziano ancora una volta l’eccellenza dei ricercatori dell’Università di Padova, capaci di proporre nuove soluzioni e offrire una migliore qualità di vita al paziente oncologico». —

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