Uccidere e amare, mai più assieme

«Siamo rimasti molto colpiti dal titolo di apertura del mattino dell’altro ieri: “L'ha uccisa per l'amore finito”. Un titolo al quale ci stiamo, pericolosamente, abituando. Come se avessimo digerito una sintassi delirante: uccidere e amare, uccidere perché si ama, ti amo e quindi ti uccido perché non mi ami più e io ti amo ancora. Dobbiamo mettere un argine perché rischiamo di subire una logica perversa e omicida; una logica che si piega ad accettare l'impossibilità di una cultura del rispetto delle differenze di genere. Per favore, non parliamo più di amore. Chi ama una donna non la uccide, non le fa violenza: né fisica né psicologica. Dobbiamo evitare di lasciar passare messaggi che non ci aiuteranno a prevenire nulla. Non possiamo continuare a restare sgomenti, indignati, e non elaborare un cambio di passo culturale, sociale e politico. Ci stiamo lavorando, da tempo: con la legge contro la violenza di genere che abbiamo promosso in maniera bipartisan in Regione, con l'impegno a Padova del Centro Veneto Progetti Donna. Ma serve il cambio di passo che ci faccia uscire dall'emergenza e ci aiuti a far crescere le nostre comunità, perché la violenza di genere è qui, nelle nostre vite, dentro le nostre famiglie, non riguarda solo determinate culture o ceti sociali. L'angosciosa sequela di uccisioni quanto deve crescere ancora? Siamo di fronte ad una tragedia enorme, la seconda quest'anno nel padovano; siamo vicini al dolore di famiglie distrutte, ed ogni considerazione va fatta con il fiato sospeso di fronte all'abisso, alla complessità che ogni dramma umano porta con sé. Ma la tragedia non può cancellare il movente e il movente non è l'amore. Crediamo che il nemico sia quel misto di follia di possesso, dentro il quale troppi uomini vivono la relazione di coppia. L'amore è vita che si apre all'altro, che concepisce l'altro, l'altra. E ne vive la libertà. Senza questa concezione, stiamo regalando la parola amore ad altro. A qualcosa che non comprende la relazione, che non ne accetta le libertà, qualcosa che uccide. E non si uccide “per amore”.
Piero Ruzzante
Consigliere Regionale Pd, primo firmatario della legge Regionale
contro la violenza di genere
Sebastiano Rizzardi
Segreteria Provinciale Pd
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