Uccise il barista, 20 anni al maresciallo
La vittima lavorava nei due bar della stazione: 18 anni alla compagna. Coppia condannata anche per abbandono di minore

TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - BAR STAZIONE
STAZIONE. È stato condannato a 20 anni di reclusione per omicidio volontario l’ex maresciallo dei carabinieri Salvatore Ciammaichella, 46 anni, accusato di aver ucciso, in complicità con la sua compagna, Monia Desole, il barista Antonio Piombo, sull’argine del Po, a Garofolo di Canaro (Rovigo), il 27 maggio 2016. Piombo, rodigino, aveva lavorato per una vita nei due bar della stazione ferroviaria di Padova. È stato un volto noto in città per molti anni.
Ciammaichella, ora sospeso dall’Arma, prestava servizio all’epoca nella caserma di Cento (Ferrara). Per la donna la condanna emessa dal Tribunale di Rovigo è di 18 anni. A Ciammaichella è stata contestata anche la rapina del bancomat di Piombo. Il tribunale ha inflitto ad entrambi gli imputati anche 2 anni e 8 mesi di condanna per abbandono di minore, accogliendo la tesi dell’accusa secondo la quale la figlia minore della Desole, che all’epoca aveva 7 anni, si trovava quella notte in auto al momento del delitto.
Poco dopo l’omicidio, verso l’una di notte, Ciammaichella venne ripreso dalle telecamere di sorveglianza mentre scendeva dall’auto di Piombo, una Punto, a Guarda Veneta. A seguirlo la Peugeot 307 guidata da Monia Desole. I due, residenti a Frassinelle (Rovigo), vennero fermati una settimana dopo il delitto dai carabinieri di Canaro. Ciammaichella è in carcere a Rovigo, Desole a Montorio Veronese. Il primo nel corso dell’interrogatorio di garanzia aveva confessato l’omicidio, spiegando tuttavia di aver sparato a Piombo al culmine di una lite nata perché il barista voleva partecipare al rapporto sessuale che lui e la compagna stavano avendo quella notte sull'argine golenale di Canaro, nel Polesine. Avrebbe sparato, comunque, per sbaglio (per gli inquirenti invece si tratta di una rapina finita male). Monia Desole all’epoca si avvalse della facoltà di non rispondere. L’arresto all’epoca scattò a carico di entrambi poiché c’era il pericolo che scappassero: pare infatti stessero progettando la fuga in Sud America. Piombo era conosciuto e stimato da tutti in stazione, da trent’anni lavorava dietro ai banconi dei due bar che ci sono all'interno. Da Lama Polesine, dove viveva assieme al fratello ogni giorno arrivava in città. Si infilava il grembiule e con il suo consueto sorriso si metteva dietro al bancone di uno dei due bar, il Rustichelli & Mangione oppure il Bricco Cafè, entrambi della catena Lagardère Food Service e della stessa gestione. Lo conoscevano tutti. Per una vita è stato il volto che quotidianamente con la sua garbata gentilezza ha servito brioche e caffè a migliaia di pendolari.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video